Sono trascorsi tre anni dalla notte in cui il leone
Alex, la zebra
Marty, la giraffa
Melman e l’ippopotamo
Gloria si sono allontanati di soppiatto dallo zoo di Central Park e si sono ritrovati in Africa - la patria dei loro antenati - sull’isola di Madagascar. Nel frattempo, hanno conosciuto nuovi amici e si sono aiutati, con ogni mezzo, a superare le difficoltà.

Da un po’ - però - provano nostalgia per New York e rimpiangono la vita trascorsa in gabbia, quando erano le star indiscusse delle scolaresche in visita allo zoo e non dovevano sudare sotto il sole per procurarsi un boccone di cibo.
I registi Eric Darnell e Tom Mc Grath - che li avevano già seguiti nella prima avventura - non li hanno persi di vista un solo istante e hanno realizzato una nuova puntata delle loro avventure, Madagascar 2, prodotta dalla DreamWorks, l’inesauribile fabbrica dei sogni fondata da Steven Spielberg.
Quattro americani nella giungla
Per Alex, Marty, Melman e Gloria l’isola di Madagascar assomiglia sempre più a una tetra prigione circondata dal mare. Di notte sognano lo zoo di Central Park affollato di teen ager in adorazione davanti alle loro gabbie; di giorno si scervellano per trovare un passaggio che permetta loro di abbandonare l’Africa e tornare negli Stati Uniti.
Durante una passeggiata - per caso - vedono spuntare dalla sabbia la sagoma di un rudere di aereo abbandonato. Convinti che si tratti di un dono mandato dal cielo per realizzare il loro desiderio di fuga, incaricano i pinguini Skipper, Kowalski e Private - promossi sul campo esperti di volo, anche se incapaci di volare - di rattopparlo con materiali di fortuna.

Il giorno della partenza gli amici più cari si danno appuntamento sulla spiaggia per salutarli e alcuni di essi - i lemuri
Julien e
Maurice e gli scimpanzé
Mason e
Phil - decidono di imbarcarsi con loro, sicuri di essere scritturati tra le attrazioni dello zoo di Central Park.
Il viaggio si rivela ben presto più breve e complicato del previsto. Mentre sorvola la giungla africana, l’aereo finisce il carburante e i passeggeri sono costretti a un atterraggio di fortuna in piena savana, dove sopravvivere è certamente più difficile che sull’isola di Madagascar.
L’impatto con la nuova realtà - per i quattro protagonisti - è "condito" da una raffica infinita di imprevisti e di colpi di scena. Alex si ricongiunge ai propri genitori e impara dal padre Zuba come si comporta un vero re della foresta. Marty realizza finalmente il sogno di vivere allo stato brado e di scorazzare senza limiti al fianco di un branco di zebre. Melman impara a curare le proprie malattie immaginarie con le erbe e i rimedi naturali e sente crescere il desiderio di condividere la propria vita con Gloria. Corteggiata dall’ippopotamo Moto Moto, conquistato dal suo carattere e dalla sua personalità, Gloria ha il cuore diviso tra due pretendenti.
Squadra che vince non si cambia
Madagascar 2 è stato pensato e realizzato a tempi di record. "Il primo episodio non era ancora approdato nelle sale - confida il regista Eric Darnell - e già immaginavo, con alcuni colleghi della troupe, come sviluppare nuove vicende del leone Alex e dei suoi amici".
Madagascar, prosegue il regista Tom Mc Grath, "affrontava il tema dell’amicizia e dell’importanza di comportarsi da veri amici. Questo nuovo capitolo scava nella

personalità e nei sentimenti dei personaggi e ne fa emergere gli
stati d’animo più autentici. A noi è bastato riportarli in Africa, metterli in contatto con i loro simili e studiarne le reazioni".
Di tutte le vicende che si intrecciano sullo schermo, l’incontro di Alex con i genitori, dai quali era stato allontanato quando era ancora cucciolo, sembra quella destinata a lasciare il segno più profondo nel cuore del pubblico. "Dopo le lacrime di incredulità e di gioia e l’emozione iniziale - spiega Darnell - i rapporti tra Alex e Zuba si complicano irrimediabilmente. Alex è il re di Central Park, uno showman che vive dell’affetto del pubblico; Zuba è il re della foresta, impegnato ventiquattro ore su ventiquattro a proteggere il branco e a lottare contro le innumerevoli insidie della savana. Più si osservano, più si rendono conto di essere estranei e di aver poco in comune".
Come in Madagascar, il look dei personaggi è ispirato alle illustrazioni dei libri per ragazzi in voga una sessantina di anni fa. "Tutti i protagonisti - continua Mc Grath - presentano caratteristiche ben definite: Alex è simile a un triangolo capovolto sormontato da una buffa criniera, Melman ricorda un cilindro a strisce irregolari e pazze, Marty sembra una linea che non finisce mai e Gloria assomiglia a un gigantesco pallone che rimbalza a ogni inquadratura".
Una delle maggiori difficoltà, superate brillantemente dal team di maghi del computer che ha preso parte alla realizzazione di Madagascar 2, è stata ricreare "in pixel" la bellezza incontaminata delle pianure africane e dei branchi di animali che le popolano.
"Sono trascorsi solo tre anni da Madagascar - racconta Darnell - ma la tecnologia e la grafica computerizzata hanno compiuto passi da gigante. Per la prima volta siamo riusciti, attraverso software sofisticatissimi che richiedono giga e giga di memoria, ad animare e a "comandare" ogni singolo filo d’erba e ogni singolo pelo che compone la pelliccia degli animali".
L’utilizzo di tali tecniche digitali, utili ad animare oggetti come l’erba, le foglie e la polvere - prosegue Mc Grath - "viene chiamato effetto invisibile, perché dovrebbe inserirsi nella scena senza che lo spettatore se ne accorga".
Alla vigilia del lancio in Italia, Darnell e Mc Grath si dicono fiduciosi del successo della pellicola e già immaginano nuovi sviluppi per prossime puntate. "Se la saga di Madagascar piace tanto - concludono - è soprattutto merito dei suoi protagonisti, allegri e divertenti, con i quali il pubblico si identifica e si relaziona a livello umano. Malgrado i difetti, i problemi, le ansie e le difficoltà che Melman e i suoi compagni devono affrontare a ogni passo, il pubblico non riesce a non tifare per loro e a incrociare le dita affinché superino ogni difficoltà".
©Mondo Erre - Carlo Tagliani