L’iniziativa è recente, dello scorso aprile, ed arriva dal Regno Unito: creare
la riserva marina più grande del mondo in una zona ricchissima di fauna e bellezze naturali. L’area, che ricopre 250 mila chilometri quadrati di Oceano Indiano e
circonda le isole Chagos, è un ex possedimento britannico situato a sud delle Maldive: un territorio che ospita un gran numero di tartarughe marine e più di 175 mila coppie di uccelli. Oltre ad un vasto “campionario” di pesci ed altri abitanti. E, ancora, comprende
la più vasta barriera corallina del pianeta,con 220 specie di

coralli e almeno un migliaio di specie di animali che ci vivono dentro.
La realizzazione da riserva prevede anche il divieto della pesca, della raccolta del corallo e della caccia delle tartarughe. Con un preciso obiettivo:far diventare questo angolo di pianeta un importante punto di riferimento per la ricerca scientifica e la difesa del maggior numero possibile di esemplari.
Acque sotto controllo
Anche nel Pacifico c’è un’immensa riserva marina nata nel 2006. Si trova a nord ovest delle Hawaii e raduna circa 14 milioni di uccelli e il 90% delle tartarughe della zona: è il Papah anaumoku akea Marine National Monument. A Palau, piccolo arcipelago di queste acque, è stata invece destinata una vasta area solo per gli squali: è la prima al mondo del genere e raccoglie circa 140 specie. Qui è vietato cacciare e tagliare le pinne a questo animale, sempre più decimato. Secondo gli esperti, ogni anno nel pianeta vengono uccisi 100 milioni di capi.
Sulla costa atlantica dell’Argentina, a 1.500 chilometri a sud est della capitale Buenos Aires, c’è poi la penisola di Valdes, un’altra famosa riserva di pesci e uccelli marini, dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Tra gli abitanti, le balene franche, quasi del tutto estinte nell’emisfero settentrionale, circa 3-4 mila capi in quello meridionale. Presenti anche i leoni marini, gli elefanti marini, le orche e le foche sudamericani, queste ultime ridotte ad una popolazione mondiale di 200 mila unità.
Sulla terraferma, tra le oltre 180 specie di animali, vivono ancora i nandù, i più grandi uccelli del continente, corridori veloci, che possono raggiungere il metro e mezzo di altezza ed i venticinque chili di peso; i guanachi, molto simili al lama, e i maras, grandi roditori molto socievoli, lunghi anche 45 centimetri e abbastanza simili alla lepre.
Nei territori africani
Anche se ospita diverse scimmie, okapi, le giraffe di foresta dal collo corto, ed elefanti, il Sankuru Nature Reserve, nel bacino del Congo, in Africa, è stato pensato per i bonobo, pacifici primati ormai ridotti a poche migliaia. Con le sue 11 mila miglia di estensione, la riserva è il luogo dove questi animali dal buon carattere, capaci di risolvere i litigi con la riconciliazione anziché con la lotta, possono vivere indisturbati, protetti dalle stragi della caccia illegale.
La
più grande zona protetta dell’Africa è
la Central Kalahari Game Riserve, estesa per 52 mila chilometri quadrati: un panorama di terreni aridi coperti di

vegetazione bassa, che ospita gnu, eland, kudu, ghepardi, leopardi e licaoni. Oltre a iene, facoceri e leoni. La
riserva di Masai Mara, nella parte sudoccidentale del Kenya, è nota per la migrazione di gnu e zebre che, in aprile, si spostano in massa nel parco del Serengeti e, nel mese di ottobre, fanno ritorno.
Proprio per facilitare le migrazioni degli animali, qualche anno fa è nato per iniziativa di tre nazioni, Mozambico, Sudafrica e Zimbabwe, il “superparco” del Gran Limpopo, esteso per oltre 35.000 chilometri quadrati di territorio: tre riserve già esistenti nei rispettivi Paesi sono state collegate con speciali “corridoi”, per permettere spostamenti su territori più ampi. E per evitare soprattutto che gli animali, muovendosi da una zona all’altra, finiscano nelle mani dei cacciatori.
L’altro “superparco” è il Kgalagadi Transfrontier Park e comprende le regioni sud occidentali del Botswana e nord occidentali del Sud Africa, per una superficie totale di circa 38.000 kmq. Un panorama fatto di maestosi paesaggi desertici, frequentato da una tantissimi animali.
Piccola e preziosa
Ad alcune delle sp

ecie selvatiche
più rare e in pericolo del Medio Oriente è stata dedicata la riserva di Shawmari, in Giordania, un piccolo tratto di terra di
22 chilometri quadrati, nato nel 1975 per difendere gli esemplari a rischio di estinzione o addirittura quasi estinti. Un “gioiello” della natura, con orici arabi, una specie costituita ormai da pochi esemplari, struzzi, onagri, gazzelle del deserto.
Di poco più di 20 mila chilometri quadrati è anche lavalle di Hukawng in Myanmar, Stato dell’Asia sud orientale, abitata soprattutto dalle tigri. È l’area protetta più grande al mondo per questi felini, in costante diminuzione.
Dall’altra parte del globo, parecchie “rarità” si trovano anche nel parco nazionale delCorcovado, in Costa Rica, nell’ultimo tratto di foresta tropicale umida rimasto sulla costa del Pacifico dell’America centrale. Su questo territorio, tra tucani, tapiri, bradipi, giaguari, vive la più vasta popolazione di are scarlatte della nazione, grandi e coloratissimi pappagalli lunghi quasi un metro, decimati dalla distruzione dei loro ambienti naturali. Nelle zone remote della foresta, si trova ancora qualche esemplare di aquila arpia, una delle più grandi del regno animale, testa grigia e pancia bianca, ormai rara.
Il regno dei panda
La riserva diWolong, nella Cina sud-occidentale, è nata una quarantina d’anni fa. Occupa una superficie di circa 200 mila ettari ed è diventata famosa per i panda. Qui, controllati dalle telecamere, vivono attualmente una
cinquantina di esemplari, che trascorrono la primavera e l’estate ad altitudini tra i 2.300 e i
3.600 metri, mentre d’inverno scendono a bassa quota.

Per tutelare questi animali, nella riserva è stata realizzata una clinica che cura gli esemplari malati o feriti, per poi rimetterli in libertà. Alle volte con grosse difficoltà visto che, dopo essersi abituati alla cattività, i panda non sempre sono in grado di tornare alla vita selvaggia.
Oltre ai simpatici bestioni bianchi e neri, la riserva cinese offre accoglienza al rarissimo leopardo della neve, che vive ad alta quota e fino agli Sessanta cacciato per la sua pelle, alla scimmia dorata e all’orso nero asiatico. E allo yak, il caratteristico bue tibetano alto fino a due metri che può pesare anche mille chili.
Celebre per gli orsi è invece il parco nazionale diYellowstone, negli Stati Uniti, il più antico parco nazionale del pianeta: fondato nel 1872, nel 1978 è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Esteso per quasi 9 mila chilometri quadrati tra gli Stati del Wyoming, del Montana e dell’Idaho, occupa un’ampia zona delle Montagne Rocciose ed è popolare anche per i suoi circa 300 geyser, le sorgenti calde che, a intervalli regolari, emettono getti di vapore che possono arrivare fino a 50 metri dal suolo.
Oltre agli orsi, della specie grizzly, dalla pelliccia grigia, e baribal, pelo nero e prevalentemente notturni, nel parco trovano accoglienza lupi, bisonti, cervi, alci, puma. E le grandi aquile “bald eagles”, le aquile dalla testa bianca e con un’apertura alare di 3 metri, simbolo degli Stati Uniti.
©Mondo Erre - Gianna Boetti