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Il caos in una stanza



C’è una sola cosa che Federico, 13 anni, tiene in ordine: la sua raccolta di cd. Catalogati dalla A alla Z secondo il titolo, guai a chi glieli sposta, anche solo per togliere la polvere. Musica a parte, tutto il resto, nella sua cameretta, è un delirio: montagne di magliette, calzini sporchi, scarpe spaiate che spuntano da sotto il letto, figurine di calciatori un po’ qua e un po’ là… “Sabato pomeriggio sistemo tutto”, giura lui a sua madre. Ma poi, si sa,il sabato pomeriggio c’è ben altro a cui pensare che restituire un volto umano alla stanza.
Per Federico, come per (quasi) tutti i ragazzini della sua età, l’ordine è un optional. Al contrario, per i genitori è “assolutamente indispensabile” che ogni sera i figli raccolgano dal pavimento i “pezzi dimenticati”, risistemino negli scaffali i libri e i fumetti consultati, gettino nel cestino la carta superflua… “Una pizza”, interviene Ileana, 13 anni. “Mi sgolo ogni sera ed è sempre uno choc entrare nella sua camera”, le fa eco la madre Lea, 42 anni.
Il disordine dei figli (e, spesso, dei papà… ) è indubbiamente uno dei fattori che scatenano più litigi e malumori in casa, con i genitori (in genere le madri) determinati a far rispettare regole minime di buona condotta e i ragazzi che promettono di fare pulizia e poi continuano ad accumulare oggetti e indumenti sotto il letto perché costa meno fatica che raccoglierli da terra e sistemarli.
È capitato a tutti di sentirsi dire dalla propria madre: “Se non metti la biancheria sporca nella cesta, non te la lavo così poi ti trovi senza la roba da indossare”, oppure “Chi usa la doccia non lasci in giro l’asciugamano e il phon”. Oppure ancora, per stare sul classico: “Questa casa non è un albergo, chi sporca deve pulire, chi tira fuori le cose le deve rimettere al loro posto”.
Se i maschi sono un disastro, le femmine non scherzano. Basta entrare nella stanza di Gaia, 12 anni, per rendersene conto: souvenir di viaggi, campioncini di profumo spuntano dappertutto, orecchini e collanine penzolano da chiodini conficcati alle pareti, libri e giornalini sono accatastati in pile alte un metro e mezzo, magliette giacciono da tempo immemorabile sullo schienale dalla sedia…
“Mia mamma non capisce – esplode se qualcuno le fa notare che la sua stanza non è proprio quel che si dice un esempio di ordine e che la madre ha qualche ragione sensata per indispettirsi - . Io nel mio caos trovo tutto. Quello che a lei sembra un macello per me invece ha una logica precisa. So benissimo dove si trova un certo cd, o una penna stilografica, o le calze viola, o un paio di orecchini o la collana con il cuore. Guai a chi sposta le mie cose: è la volta che le perdo!”.
Molti genitori ricorrono al ricatto (“Finché non sistemi la camera non esci con i tuoi amici”) oppure alle lusinghe (“Ti do due euro se pieghi le maglie e le riponi nell’armadio”). Il risultato è, nella maggior parte dei casi, piuttosto modesto. Perché ordine e disordine, in fondo, sono criteri soggettivi: quel che è fuori posto per qualcuno, per altri è perfetto così. “Il fatto è che io ci provo, a riordinare – si giustifica Guido, 11 anni – ma mia mamma non è mai contenta. Lei vorrebbe che la mia camera fosse sempre perfetta come quelle che si vedono nelle riviste di arredamento. Un museo per gli ospiti. Ma dove li metto tutti i miei giochi, i palloni, le carte, i pezzi di lego, le racchette da ping pong, i giornalini…? E poi, a me piace vedere le mie cose intorno a me”.

La virtù sta nel mezzo
Del resto, forse è meglio un po’ di disordine creativo e fantasioso che un ordine maniacale: gli psicologi spiegano che tenere ossessivamente in ordine le cose può essere un indice di nevrosi, del desiderio di avere tutto sotto controllo a causa di una eccessiva insicurezza.
Come accade per molte cose della vita, forse l’atteggiamento giusto sta nel mezzo: per i genitori, questo significa chiudere un occhio e non pretendere che ogni cosa si trovi sempre al posto in cui dovrebbe essere. Per i figli, che devono accontentare – almeno un po’… - le legittime richieste di padri e madri e non lasciare che muffa, polvere e odori vari non solo invadano la loro stanza ma si espandano anche nel resto della casa.
“Io ho trovato un accordo con i miei e per ora funziona. Ho promesso che due volte alla settimana riordino e tolgo la polvere, a patto però che nessuno tocchi niente in camera mia”, suggerisce Edoardo, che ha 12 anni e una collezione di videogiochi e cd musicali in bella mostra sopra alla scrivania, insieme a una serie impressionante di gadget della Juve: tazze, bandierine, spille, penne, fotografie con l’autografo dei campioni, cappellini, polsini.
Greta invece ha cominciato a capire che era ora di cambiare registro e di rimboccarsi le maniche quando sua madre ha iniziato a fare lo sciopero delle pulizie. “Mi ha detto: io in camera tua non ci entro più perché non c’è nemmeno lo spazio per camminare e finché non togli un po’ di roba dalla circolazione ti arrangi… All’inizio ho pensato: finalmente l’ha capita e mi lascia in pace. Poi è passata una settimana e la polvere si accumulava, le magliette sporche continuavano a stare per terra e nessuno rifaceva il letto. Un giorno ho invitato una compagna di classe a studiare da me e mi sono accorta che entrando nella mia stanza arricciava il naso. Mi sono vergognata. La sera stessa ho pulito e sistemato tutto”, conclude Greta, che da allora – sono trascorsi tre mesi – impegna un’ora nel fine settimana per riordinare e pulire la sua stanza e il bagno.
Anche Camilla, 13 anni, ha il suo segreto: “Mia madre mi urlava tutto il giorno perché mi cambiavo spesso e lasciavo i vestiti sullo schienale e a fine settimana la sedia non stava più in piedi. Allora mi sono messa di buona lena; da allora ogni sera piego tutto rimettendo nell’armadio. Io sono disordinata di natura, però adesso il disordine mi dà fastidio. Per quanto riguarda la pulizia, sistemo un angolino alla volta: una settimana pulisco bene il ripiano dei pupazzi di peluche, un’altra volta il comodino, un’altra volta ancora lo scaffale dedicato alla scuola, poi una parte dell’armadio, infine la scrivania. Mia mamma è contenta, non urla più e io non faccio poi così tanta fatica. Anzi, mi fa piacere vedere la mia stanza a posto”.
“Io ho scelto la domenica come giorno dedicato alla cameretta – confida Patrizia – . Impiego in media due ore, ma non è nemmeno tanto male; con il mio cd preferito e lo stereo al massimo, il tempo passa più velocemente. Dopotutto si dice che la nostra camera rispecchia noi padroni e quindi anche se sono un po’ disordinate e ricolme di panni, significa che anche noi siamo così, un po’ pazzerelli. L’importante è non passare il segno”. Insomma, disordine e ordine possono convivere: il segreto è non esagerare né con l’uno, pena litigi in casa, né con l’altro, pena nevrosi da pulizia.

CATERINA MEALLI

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©AGOSTINO LONGO
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