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UN’AMICA IN REDAZIONE

I sondaggi dicono che questa è una delle rubriche più lette e ad “alto gradimento”. Per festeggiare la notizia, abbiamo deciso di inaugurare una “finestra”, gestita completamente da voi. A partire da questo numero siete invitati a rispondere alla “Domanda del mese”. Non vedo l’ora (e per questo inforco gli occhialini) di leggere i vostri commenti in esclusiva.


La vicina di casa
Sono Luca, ho 15 anni e volevo parlarti del mio piccolo problema. Mi sono preso una cotta per la mia vicina, circa un mese fa, quando l’ho incontrata in un centro commerciale e lei mi ha guardato per un bel po’. Tutte le mattine ci incrociamo per strada perché andiamo a scuola. Io frequento la prima superiore, lei le medie. Non ci conosciamo, ma ci vediamo tutte le mattine! Come devo fare? Non so neanche come si chiama e mi piacerebbe conoscerla.
Luca

Caro Luca,
mi viene in mente una spiritosa dichiarazione d’amore che ha fatto il giro dei computer. Diceva pressappoco: “Tu sei per me la stella del mattino; il fiore più bello del mio giardino; sei il sole la luna, le stelle; una donna come te non esiste al mondo…”. Ecc… Tutto faceva pensare a una cotta spaziale se non fosse per la domanda finale: “Ma scusa, come ti chiami?”. Carina, no? Inventata, ma tremendamente vera. Molti, come te, “credono” di essere stracotti di una persona di cui non conoscono neppure il nome, cioè l’ABC di un possibile innamoramento, che si basa su fatti, idee, problemi, sogni realmente conosciuti.
Qualcosa di simile è capitato a te, e tu ti sei sentito autorizzato a precipitarti troppo in là con il pensiero. Uno sguardo, per quanto prolungato, non basta a far “cadere” la testa su due piedi. I suoi occhi non ti hanno fatto capire chi sia realmente lei, perché ti abbia veramente puntato (per caso avevi il piercing al naso? In questo caso si spiegherebbe il suo sguardo al rallenty). E tu che cosa sai di lei? Proprio nulla. E sul nulla non si costruisce neppure una semplice amicizia. Se lei ti interessa davvero, esci dall’anonimato, presentati, scambia due battute. Se la sua voce e il modo di ragionare è dello stesso livello dello sguardo, hai buone chances per sperare. Altrimenti, volgi gli occhi altrove.


Quando tratto male gli altri
Volevo farti una domanda alla quale non so dare risposta. Perché alcune volte si tratta la gente a cui teniamo in modo sbagliato senza pensare a ciò che si combina? A me dispiace perché talvolta sbaglio anche con le persone a cui voglio più bene. So che ci sono problemi molto più importanti di questa mia semplice domanda, ma forse tu mi puoi dare la risposta che cerco. Grazie.
Maddy ’89

Carissima Maddy,
hai centrato un tema tutt’altro che secondario, perfino più importante degli abituali problemi di cuore che navigano in queste righe. La risposta è già nella domanda. Le persone che amiamo di più sono anche le più bistrattate. Con loro ci sentiamo dispensati dal chiederci: “Faccio bene o faccio male?”, “È giusto trattarle da cani?
Siamo, poi, troppo sicuri del loro amore, fino a darlo per scontato e assicurato per l’eternità. Ci prendiamo, così, la libertà di scaricare su di loro scatti di malumore e di nervosismo, di alzare la voce e di ferirle per una sciocchezza che potremmo risparmiarci. Quando succede, si può fare marcia indietro e chiedere scusa, ma resta sempre amarezza e si incrina l’affetto.


Amicizia in pericolo
Siamo due amiche del cuore che frequentiamo la media, però stiamo già pensando a quando dovremo andare alle superiori perché abbiamo idee diverse sul nostro futuro e abbiamo paura di separarci, anche perché non abbiamo altre amiche.
Anonime

Cara coppia di anonime,
dov’è il problema? Le amicizie vere non saltano solo perché si prendono strade diverse. Addirittura la lontananza può rafforzarle e mantenere alto il desiderio di rivedersi e parlarsi.
Non so se lo sapete, ma hanno poi inventato dei mezzi di comunicazione che annullano le distanze: la posta, le e-mail, il telefono… Scherzo, come potete immaginare. Scherzo un po’ meno quando intuisco, tra le righe, che pensate all’amicizia come a un “club” esclusivo per sole due iscritte: voi. Se così fosse, anche se continuaste a vivere porta a porta, ma chiudendo l’ingresso a nuove persone, finireste per far saltare l’attuale feeling che vi riempie la vita. Per l’amicizia vale lo slogan: “Più siamo e meglio stiamo”.

A tutto Keane
Ti faccio i complimenti per la rubrica e vorrei chiederti un favore: sono innamorata dei Keane. Potresti darmi delle notizie sul cantante Tom Chaplin? Grazie.
Alessia ’91

Tom (Oliver) Chaplin è nato l’8 marzo 1979 a Battle, piccolo villaggio del Sussex vicino ad Hastings. La sua passione per la musica si concretizza quando incontra nel ’97 il pianista Tim Rice-Oxley e il batterista Richard Hughes alla ricerca di un cantante per formare un gruppo.
Nascono così i Keane, che si fermano quasi subito perché Tom decide di fare il volontario in Africa per un anno. Al suo ritorno, trova parecchie canzoni pronte e rincomincia l’avventura con i due amici. Dopo tanti concerti, delusioni, contratti con etichette indipendenti, nel 2004 incidono l’album Hopes and fears, debutto milionario che li farà conoscere a mezzo globo.
Tom è un appassionato lettore e predilige libri di poesie e di autobiografie musicali. I suoi film preferiti: I predatori dell’Arca perduta, Guerre Stellari e Il signore degli anelli. È contro la caccia alla volpe.

Essere famosi non è tutto
Ho letto tempo fa su Mondo Erre l’articolo Originali in fotocopia. Io non penso che essere famosi sia tutto. Purtroppo però nella mia classe nessuno la pensa così ed io rimango esclusa. Non ti preoccupare però: con la mia personalità (molto complessa) riesco sempre ad avere degli amici vicino. Grazie.
Vivi ’92

Cara Vivi,
sono d’accordo con te. I mass media, soprattutto la tv, fanno passare l’idea che solo se si è famosi, belli e palestrati si è “visibili”. Non importa se poi mancano valori, cultura, sensibilità. Tanti ragazzi e ragazze vengono così facilmente catturati da questi “modelli”. Raramente qualcuno spiega loro il “vuoto” che può esserci dietro una vita di lustrini, i compromessi sovente umilianti a cui si deve sottoporsi per avere un minimo di visibilità e, per bene che vada, i sacrifici e le rinunce che si affrontano nel tentativo di emergere.
Quel servizio non solo metteva sull’avviso i teen agers da tutto questo, ma sottolineava con forza e argomenti che ognuno è “speciale” e unico a modo suo. L’esistenza presenta sempre delle ottime opportunità per diventare “qualcuno”, anche nella vita di tutti i giorni.
Quindi continua così, Vivi, a coltivare la tua personalità un po’ diversa da quelle delle altre, sperando che le amiche e gli amici seguano il tuo esempio.

Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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