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Il canzoniere di Mika

Nonostante tutto il successo internazionale, in Italia non si è parlato così tanto di Mika come negli ultimi mesi. Motivo? La sua partecipazione come giudice al talent show canoro X Factor. Potenza della televisione, certamente, ma anche della sua simpatia e della sua estrosità.
 
Questo è un periodo d’oro per il cantautore britannico, che ha coronato il suo percorso italiano con una raccolta dei suoi brani più famosi, pescati dai tre album che ha registrato finora: l’ha intitolato Songbook Vol. 1 e vede la partecipazione di Chiara Galiazzo (vincitrice dell’edizione 2012 di X Factor), iMIKA cantanti e produttori Pharrell Williams e RedOne, la star emergente Ariana Grande. Ma un incontro con Mika non si può limitare a una chiacchierata sulla musica: si parla anche di tv e di Milano, città dove ha preso casa alcuni mesi fa.
 

L’intervista

Hai vissuto un periodo “italiano” pieno di impegni. Come ti sei trovato?
Bene, anche se ero un po’ stanco. Mi piace Milano, ma è una città difficile da capire. Ci sono gioielli d’arte incredibilmente nascosti, ma anche trattorie e piccoli ristoranti, altrettanto nascosti: sto imparando a scoprire questi posti e mi piacciono molto. In particolare, mi diverte la zona dei Navigli, così vivace. Quando devo scrivere per conto mio, però, cerco una trattoria aperta già alle 6 di sera: non c’è nessuno e lavoro bene.
 
Come valuti la tua esperienza a X Factor?
Sono stato fortunato ad avere la squadra delle ragazze, tutte e quattro bravissime. Ho potuto lavorare con loro lungo un percorso pop, ma interessante. Non mi sono impigrito pensando “hanno del potenziale, andranno avanti nel programma”. Mi sono impegnato a prepararle ad affrontare la strada che è iniziata non appena X Factor è finito, perché acquisissero un’identità precisa e sapessero portare avanti le loro idee musicali.
 
Ascoltando i successi di Songbook Vol. 1 è chiarissimo che la tua strada è pop.
Sì, le mie canzoni sono pop ma non sono commerciali al 100%. Anzi, io le considero strane: finora ho composto una famiglia di brani che è la mia versione di come dovrebbe essere un brano. Creo solo quello che mi dà felicità: è così che deve essere. Io scrivo per comunicare qualcosa con le mie canzoni, ma non penso mai a tavolino a come scriverle, sono molmikato istintivo. Il processo attraverso cui nasce ogni mio disco è diverso dagli altri, ma l’intenzione è sempre la stessa.
 
Se dovessi definire la tua musica, che parole useresti?
Direi che ha un’impronta molto forte: la mia. Se si ascoltano i miei brani insieme, come nel recente Songbook, si capisce chiaramente che sono tutti scritti da me. E questa è un’ottima cosa, sono contento che sia così. Quando arriverò a 50, 60 anni, mi piacerebbe aver registrato tanti cd che suonino come raccolte di piccole storie della mia vita. E magari, a 85 anni avrò fatto una seconda e una terza raccolta.
 
Con questo disco hai voluto chiudere un capitolo della tua carriera per ripartire?
No. Infatti il titolo del disco è Songbook Vol. 1, non Best of, proprio perché non c’è nessun punto, nessuna conclusione. Lo so che sono solo parole e il concetto che esprimono è praticamente lo stesso, ma ho preferito lo stesso usare il termine songmikabook (si può tradurre come “canzoniere”, nda). Mi fa un po’ paura vedere tutte queste canzoni lì, insieme, su cd. È come se rivedessi allo specchio otto anni della mia vita… Al tempo stesso, è bello avere una collezione delle mie canzoni: è un modo per far capire a chi le ascolta cosa mi piace fare.
 
Parliamo delle due ospiti femminili, Chiara Galiazzo e Ariana Grande: come ti sei trovato a lavorare con loro?
Benissimo. Con Chiara avevo cantato Stardust sul palco di X Factor e siamo riusciti a registrarlo solo l’estate scorsa. Con Ariana Grande (stella lanciata dal canale tv Nickelodeon) ci siamo parlati su Skype e mi è piaciuta: ha una bellissima voce e ha fatto un disco interessante (Yours truly, nda).
 
Che musica ti piace ascoltare?
Ascolto di tutto, tantissime canzoni ogni giorno. Apprezzo soprattutto quel pop “universale” che non è legato alle mode del momento: ci sono brani splendidi di decenni fa che restano intatti nel tempo, perché non esprimono i gusti e le tendenze di un momento. Cerco di fare una musica così.
 
© Francesca Binfarè-Mondo Erre
 
 
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©AGOSTINO LONGO
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