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GLIZZANDO NELLA NEVE

Tredici medaglie azzurre a Salt Lake City, Olimpiadi invernali del 2002. Ricordi ancora molto nitidi: l’oro di Stefania Belmondo e di Gabriella Paruzzi nelle gare di fondo, di Armin Zoegeller nello slittino, di Daniela Ceccarelli nel supergigante. Era un’Italia a tutto campo, capace di emergere nelle specialità più disparate. Affidiamo all’archivio, con una virgola di nostalgia, i nomi di Isolde Kostner e Cristian Zorzi, di Karen Putzer e Lidia Trettel, argenti e bronzi conquistati d’impeto.
Tutto questo per dire quale responsabilità ricadrà sugli azzurri dell’ultima generazione in vista delle Olimpiadi di Torino. Cresce l’attenzione dei media smentendo in maniera clamorosa chi ipotizzava un interesse tiepido. Qualcuno, in tale prospettiva, aveva proposto a due mostri sacri come Alberto Tomba e Stefania Belmondo di calzare nuovamente gli sci per ridare fiato alle proprie leggende. Proposte in punta di paradosso, è chiaro, con l’intenzione di riaccendere un feeling tra il pubblico italiano e i Giochi che era andato lentamente spegnendosi.
E tuttavia, nel rispetto di un copione fino a ieri soltanto sognato, ecco le vittorie trainanti di Giorgio Rocca e di Elena Fanchini in Coppa del Mondo: un avvio stagionale coi fiocchi, e un sacco di speranze subito attivate in proiezione olimpica. Ci avviamo verso Torino 2006, insomma, con cadenze imperiose. E nel giro delle medaglie eccoci ancora una volta tra i favoriti d’obbligo, non solo per via del fattore campo.

La nuova valanga azzurra
Quali i nomi su cui scommettere, dunque ? A sognare in grande ci ha abituati proprio Giorgio Rocca, lo sciatore gentiluomo che ha il pregio impagabile dell’umiltà. In carriera Rocca ha vinto un solo slalom in meno di Gustav Thoeni, ha vinto il bronzo all’ultimo Mondiale in Valtellina, davanti al pubblico di casa, e tuttavia – proprio per questa sua riservatezza - non viene considerato un personaggio mediatico e non suscita di conseguenza l’interesse degli sponsor. Uno slalom vincente potrebbe spianargli la strada per la più clamorosa delle rivincite. Il suo segreto? L’altalena. Proprio così, lui spiega perché. “Ti metti in piedi sul seggiolino e cominci a dondolare – dice - . Lo sci è pressappoco la stessa cosa, l’altalena serve per il ritmo e per l’equilibrio”.
Cercheranno gloria anche le sorelle bresciane Elena e Nadia Fanchini, due volti nuovi dello sci azzurro già a segno tuttavia nella passata stagione, con l’argento di Elena nel Mondiale di discesa e il quarto posto di Nadia nel superG. Talenti precoci: 20 anni Elena, soltanto 19 Nadia. Nessuna delle due, però, avrebbe potuto emergere nello sci senza l’assistenza trepida della famiglia. “Abbiamo fatto sacrifici indicibili – dice mamma Fanchini - pur di consentire alle nostre figlie di fare sci. Non ci sono soltanto Elena e Nadia, c’è anche Sabrina, 16 anni, che promette a sua volta grandi cose. Sia io che mio marito siamo operai, tirare su tre ragazze con 1.500 euro al mese non è stato facile, ma nessuna di loro si è mai lamentata, la passione per lo sport è sempre stata più grande di qualsiasi cosa”.
Una predestinata è di certo la pattinatrice Carolina Kostner, cui tutti i tecnici preannunciano un futuro da fuoriclasse. Sarà lei la portabandiera azzurra nella sfilata inaugurale, un ruolo di cui il presidente del “Coni” Gianni Petrucci ha voluto investirla in ossequio alla politica dei giovani da un lato, e dall’altro per evitare possibili conflittualità tra le grandi firme degli sport della neve, da Christian Ghedina a Cristian Zorzi, da Gabriella Paruzzi ad Armin Zoeggeler.
Carolina ha vinto il bronzo ai Mondiali l’anno scorso a Mosca, ed è la seconda Kostner nella storia dei Giochi a fungere da portabandiera. “Mia cugina Isolde – commenta - ha già avuto l’onore di portare questa bandiera. Isolde è la mia madrina, un idolo per me. Io credo nel destino, questo passaggio di consegne da una cugina all’altra, da una generazione all’altra, è un onore per la nostra famiglia, un onore che dà una grande forza”.

“Vecchi leoni” e giovani leve
Proprio Isolde Kostner, ormai trentenne, e Christian Ghedina (trentasei anni), 28 vittorie collezionate tra tutti e due in Coppa del Mondo, saranno i veterani della squadra azzurra. Per loro l’ultima chance di una carriera straordinaria, un’occasione per lasciare il segno e chiudere alla grande. “Non sono più spericolato come una volta – confida Christian - . Però non ho perso il coraggio: soltanto l’incoscienza”.
Una corsa contro il tempo sarà anche quella di Armin Zoeggeler, il carabiniere altoatesino che è ormai una leggenda dello slittino. La sua è una carriera inimitabile: cinque titoli mondiali, quattro Coppe del Mondo con ventisette successi individuali e uno straordinario bottino olimpico: Armin è stato infatti bronzo a Lillehammer, argento a Nagano, oro a Salt Lake City.
C’è una motivazione in più alla vigilia di Torino 2006: riuscisse a salire sul podio, sarebbe l’unico azzurro a conquistare una medaglia in quattro diverse edizioni delle Olimpiadi. La sua stagione è cominciata alla grande, con una vittoria nettissima nella prima prova di Coppa del Mondo proprio sulla pista olimpica di Cesana. “Due curve fantastiche – commenta Armin - per battere il russo Demtschenko, il mio grande rivale, di 37 millesimi di secondo. Vincere è sempre bello, ma ancora più importante è stato attivare subito un feeling con questa pista: ci sono quattro manche da gestire, il minimo errore verrebbe pagato a carissimo prezzo”.
Sarà l’ultima Olimpiade, quella di Torino, anche per un’altra grande dello sci, la fondista Gabriella Paruzzi, 37 anni, campionessa olimpica uscente. Sarà presente soltanto per onor di firma? Chi conosce il suo carattere, e il suo orgoglio, è convinto di vederla ancora una volta protagonista, a dispetto dell’età e di una carriera che l’ha vista comporre con Manuela Di Centa e Stefania Belmondo un trio irripetibile.
Non mancheranno, in chiave azzurra, gli outiders meritevoli di ampia considerazione. Max Blardone, specialista dello slalom gigante, ha colto ad Adelboden il suo primo successo in Coppa del Mondo dopo tre consecutive piazze d’onore. È in crescita, può stupire.
E lo stesso dicasi di Pietro Piller Cottrer, oro ai Mondiali della 15 chilometri a tecnica libera, trascinatore con Cristian Zorzi, con Bubu Valbusa e Giorgio Di Centa della squadra di sci nordico. Possibili protagonisti anche l’altalenante, indecifrabile, talentuosa Karen Putzer (“Prendetemi come sono, genio e sregolatezza”), l’orgogliosa Lucia Recchia, argento in superG al Mondiale di Bormio, e soprattutto i pattinatori Maurizio Margaglio e Barbara Fusar Poli, tornati in auge dopo aver meditato propositi di ritiro.
ADALBERTO SCEMMA
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©AGOSTINO LONGO
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