Falliti di successo
Sul sito dell’università di Harvard, in cima alle classifiche dei migliori posti al mondo per studiare, docenti e grandi scienziati raccontano le loro sconfitte. È una sorta di piattaforma dove discutere esperienze ed esplorare le relazioni tra fallimento e successo.
Gli studenti sono invitati a riflettere sul significato dei due termini e su come la paura di fallire e il desiderio di riuscire influenzino le loro vite. Ne scaturisce un racconto istruttivo la cui conclusione, in una sintesi estrema e semplificata, mi sembra possa essere la seguente: cadere è normale, anzi utile se non ti scoraggi e riprovi; il punto non è essere bocciati, ma avere
tenacia nelle difficoltà.
Gli esempi illustri sono tanti. Eccone alcuni: Steve Jobs, cacciato dalla sua Apple, se la riprese dopo 12 anni; Alison Levine nel 2002 mancò la cima dell’Everest, che poi conquistò nel 2010; Steven Spielberg (nella foto), il regista, venne respinto dalla scuola di cinema. Come il nostro Giuseppe Verdi, non accettato per “scarso orecchio musicale”.
La parabola più bella forse è quella del genetista George Church, una delle menti più geniali dei giorni nostri. Non si vergogna di raccontare bocciature e benserviti. E conclude che “se non stai fallendo, forse non ti stai mettendo alla prova davvero”. La vita è dura, ma gli ostinati non si scoraggiano. I talentuosi incapaci di accettare le sconfitte, invece, talvolta si arrendono. Il segreto è insistere: tentare, fallire, tentare ancora, fallire meglio, come diceva Samuel Beckett. Anche lui, prima di diventare un grande drammaturgo, s’era imbattuto nell’impresario che l’aveva giudicato un “fanatico analfabeta”.
Dove è meglio nascere bimbe
L’organizzazione mondiale per l’infanzia Save the Children ha analizzato le opportunità di crescita e sviluppo delle bambine in 144 Paesi, basandosi su 5 parametri: spose minorenni, mamme adolescenti, mortalità materna, parlamentari donne, istruzione. Ne è venuta fuori una classifica sorprendente.
Per esempio, gli
Stati Uniti, l’economia più grande del mondo, sono soltanto al 32esimo posto, sotto l’Algeria e il Kazakistan, a causa delle molte gravidanze
adolescenziali e il rischio di mortalità. In testa ci sono i Paesi europei più sviluppati: prima di tutti la Svezia, poi la Finlandia, la Norvegia, i Paesi Bassi, il Belgio e la Danimarca. L’Italia è al decimo posto , davanti alla Spagna e alla Germania.
Non c’è sorte peggiore che nascere bambina in un Paese dell’Africa Sub-Sahariana: Niger, Ciad, Repubblica Centrafricana, Mali, Somalia, eccetera. Tra i posti peggiori, anche l’India, che ha il più alto numero di spose bambine. ll rapporto rivela che nel mondo ogni 7 secondi una ragazza con meno di 15 anni si sposa; oltre un milione di loro diventano madri prima di compiere 15 anni e 70 mila muoiono per cause legate alla gravidanza.
Emerge anche che l’istruzione può garantire la migliore protezione da un futuro rubato. Gli esempi di Ruanda e Nepal, Paesi poveri ma ora più attenti ai problemi sociali, ci dicono che cambiare si può: a fare la differenza sono soprattutto le scelte dei governi.
CARLO CONTI RISPONDE
Caro Carlo,
so bene che non è il tuo campo, ma come giudichi questa affannosa corsa al Pianeta Rosso? A me sembra inutile e persino un po’ ridicola. Che cosa ci andiamo a fare su Marte? Il viaggio, tra l’altro, è piuttosto costoso: non sarebbe meglio spendere i soldi quaggiù, visto che i bisogni sono tanti?
Luca U. (Milano)
In realtà, il costo delle esplorazioni spaziali non è eccessivo, soprattutto se lo si paragona alle sperse militari, e ha ricadute positive immediate dal punto di vista scientifico. E poi, senza voler fare del catastrofismo, il nostro pianeta è piuttosto fragile: trovare un rifugio nel caso le cose dovessero peggiorare, potrebbe liberarci dall’ansia per il futuro. O no? Ciao.