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L’amico cubano

Non ha avuto una vita semplice Einar Ortiz, originario di Cuba, ma che da anni vive in Italia: ha perso il padre e fino a qualche mese fa faceva l’operaio. Spinto da un suo amico, si è presentato prima ai provini di X Factor, poi a quelli di Amici, nonostante non avesse mai preso lezioni di canto.

E proprio nell’ultima edizione di Amici si è distinto non solo per essere arrivato in finale, classificandosi terzo, ma per essere un ragazzo definito d’altri tempi, anche per via di certi brani classici e storici che gli hanno affidato durante le sfide del talent show. Ora è arrivato il suo primo album, si intitola semplicemente Einar e mette in fila 4 canzoni inedite e 3 cover.

L’intervista

Einar, hai vissuto un bel cambiamento passando dalla provincia di Brescia aieinar riflettori della televisione e dei palchi. 
Infatti ci ho messo un po’ a metabolizzare il tutto. Fino a pochi mesi fa facevo l’operaio, subito dopo la conclusione di Amici ho passato qualche tempo cercando di ambientarmi.

Il tuo bilancio dell’esperienza televisiva non può che essere positivo.
È stato un momento bellissimo che mi ha portato a vivere altre esperienze che, fino a poco tempo fa, potevo solo immaginare. Ad esempio, agli incontri con i fan negli instore per la promozione del mio album. Vedo delle ragazze piangere quando mi incontrano e io penso: «Perché? Sono uguale a voi, ho solo preso parte a un talent show ma sono un ragazzo come tutti». Però questi sono anche i momenti che mi emozionano di più.

Ti commuovi?
Ci sono andato parecchio vicino in alcune occasioni. Soprattutto, capisco come la musica possa concretamente far felici le persone. Lo fanno anche le mie canzoni, i brani che interpreto: incontro persone disabili, bambini, ragazzi con altre problematiche, magari soffrono di depressione, e li vedo contenti. Questa è la magia della musica, riuscire a far stare meglio le persone.

Tornando indietro ad Amici, qual è il ricordo più prezioso che conservi?
Tutta l’esperienza in generale è stata preziosa: io non avevo mai studiato canto, ad Amici ho iniziato praticamente da zero. È stata dura, ma sono uno che quando si impegna riga dritto. Sono certamente cresciuto dal punto di vista musicale e anche personale.

einarCome ragazzo, cos’hai imparato?
A stare con le altre persone per molto tempo e a condividere. Inoltre, non dimentico mai da dove vengo. Al di là della musica, le cose non sono facili, e questo lo tengo sempre a mente. Io sono determinato e amo quello che faccio: tutta questa passione e convinzione sono indispensabili per andare avanti.

Il momento più bello per Einar cantante, invece, qual è stato?
Quando ho interpretato il mio primo brano inedito (Non c’è, scritto proprio da Einar, nda). Mi chiedevo se fosse vero o se stessi sognando.

Quando hai scoperto la tua passione e anche il talento per la musica?
Ricordo che la prima canzone che ho cantato è stata Io vagabondo, dei Nomadi; ero all’oratorio, e avevo solo provato, tanto per giocare. Avrò avuto 10, forse 11 anni. A 13, però, mi sono messo a suonare la chitarra, imparando da solo. Poi ho iniziato a cantare nei karaoke, con gli amici. 

Cosa ti ha convinto a presentarti ai provini di X Factor?
Sono arrivato in Italia che avevo 9 anni. Ho conosciuto Gioele, e siamo amici da allora. È stato lui a spingermi ad andare a X Factor. mi ha anche accompagnato, io sentivo gli altri ragazzi cantare e gli dicevo che erano tutti bravissimi, che me ne volevo andare. Gioele invece ha insistito, mi ha detto: «Io non mi muovo da qui finché non canti. Credici, ce la puoi fare». Io ero incredulo, in fondo cantavo per me… invece lui mi diceva che avevo talento, che dovevo studiare.

Con X Factor non è andata, con Amici invece è stato un successo.
Non sarei qui se Gioele non mi avesse iscritto ai casting.

Parlando ancora di amicizia, quali amici ti sono rimasti da questa esperienza in tv?
Con Irama ci sentiamo, ci siamo quasi commossi quando è stato il momento dei saluti alla fine di Amici. Penso che la nostra sia amicizia vera, ci diamo qualcosa a vicenda. Però sono amico con tanti ragazzi, Lauren, Carmen, Biondo, Matteo,einar Daniele, Filippo, Bryan… e magari dimentico qualcuno.

Tornado alla musica, quale sarebbe il duetto dei tuoi sogni?
Con Gianni Morandi ho già cantato, grazie ad Amici: è stato bellissimo, lui è davvero un grande della canzone italiana. Se devo sognare, dico John Legend, uno dei miei punti di riferimento.

Quando ti sentiremo cantare su un palco?
La voglia di fare concerti c’è. Sono stato fortunato a ricevere canzoni da autori bravissimi per il mio disco, che ci hanno preso in pieno: io sono completamente dentro ogni parola che canto, anche se non l’ho scritta io. Però se penso a un mio concerto, vorrei tanto essere autore delle canzoni che canterò.

© Francesca Binfarè-Mondo Erre
 
 
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©AGOSTINO LONGO
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