Stare bene e in forma
«Finché c’è la salute c’è tutto». Quante volte hai sentito ’sta cantilena. Roba da vecchi. In effetti alla tua età i problemi veri sono altri: mostrare quanto vali a Fortnite, l’amica che non risponde al cellulare, la figuraccia proprio con chi ti fa battere il cuore, cosa fare domenica con gli amici, e anche come fare per l’interrogazione di domani.
Tutto questo finché (si fa per dire, e con i dovuti scongiuri) non ti rompi un braccio: ambulanza, corsa al pronto soccorso, gesso e un mese di vacanza obbligata dai compiti, naturalmente sempre che il braccio sia quello con cui scrivi.
Tutto si aggiusta
Alla fine tutto si aggiusta, basta affidarsi a un buon dottore e pazientare un po’. La cosa più bella (oltre alla guarigione) è che per essere serviti e riveriti in questo modo non si paga nulla o quasi.
Merito – ancora una volta – della nostra cara Costituzione, che all’articolo 32 stabilisce un principio importantissimo:
la salute è un diritto di ciascuno. E aggiunge la parola “fondamentale”: significa che nessuno ce lo può togliere.
Ma in realtà l’articolo 32 afferma anche un altro principio, ben più “pesante”. Sì, perché rivela che il diritto alla salute implica anche la possibilità di rifiutare il trattamento sanitario che ci viene proposto per guarire. Per quanto gli altri pensino che ci possa far bene, se non siamo sicuri o se siamo contrari possiamo dire «No, grazie». Con qualche limitazione.
Ma andiamo con ordine.
La salute in “negativo”…
Quando pensiamo al diritto alla salute, lo pensiamo anzitutto “in negativo”, cioè come diritto a guarire da infortuni e malattie. E quindi a ricevere tutte le cure necessarie per tornare in forma.
Infatti è così: il sistema sanitario nazionale, che oltre a ospedali e specialisti contempla anche i medici di famiglia, i farmaci (alcuni gratuiti, altri “scontati” con il sistema dei ticket) e i “livelli essenziali di assistenza”, ha l’obiettivo di far guarire le persone ammalate, grandi e piccole.
Ma non è l’unico modo di intenderlo.
…e “in positivo”
Il diritto alla salute va visto anche “in positivo”, cioè come diritto a stare bene con il corpo e con la mente, prima ancora che compaia una malattia.
In questo senso, il sistema sanitario ha una funzione preventiva. Si può anticipare un male prima ancora che arrivi? Mica abbiamo la sfera di cristallo… ma con controlli periodici e iniziative per favorire uno stile e un ambiente di vita sano si può fare un buon lavoro. Vanno in questa direzione le campagne per un’alimentazione corretta e gli incentivi all’attività sportiva.
Gratis e non gratis
La Costituzione assicura cure a tutti, ma non dice che devono essere gratis. Fa un’unica eccezione per le persone indigenti, cioè per chi, non potendo pagarsi un dottore, sarebbe costretto, di conseguenza, a rinunciare a curarsi.
E in effetti fino a quasi tutti gli anni Settanta i servizi sanitari erano
a pagamento, almeno per chi non poteva fare affidamento su un’assicurazione privata o su un’altra forma di rimborso.
Nel 1978 lo Stato ha però perfezionato il sistema sanitario pubblico, affiancando a quello privato tutta una serie di visite specialistiche e di esami sostanzialmente gratuiti per tutti (i ticket che oggi si pagano coprono in genere solo in parte il costo della prestazione); una chance che è stata poi estesa anche alle strutture convenzionate.
Risultato: per valutare e sistemare l’ipotetico braccio rotto il costo è zero, o al massimo poche decine di euro. Non è così in molti altri Stati, per esempio negli USA, dove invece le prestazioni sanitarie, anche d’emergenza, sono pagate per intero da chi ne usufruisce. E chi si trova senza soldi e senza assicurazione rischia grossi guai.
Il trattamento obbligatorio
E poi c’è il capitolo dei vaccini. Sono buoni o dannosi? Si possono evitare? Una volta il fatto che i vaccini fossero gratuiti era una benedizione. Oggi ci sono diverse teorie a riguardo, ma la comunità scientifica è unita nel dire che sono essenziali per evitare malattie molto pericolose.
Lo Stato li considera obbligatori. La vaccinazione coattiva però non c’è ancora: chi si rifiuta subisce una sanzione economica e, nel caso dell’asilo, il figlio non vaccinato non può frequentare con gli altri, a meno di un’autocertificazione dei genitori che andrà poi verificata.
In generale, nessuno può essere obbligato a un certo trattamento a meno che non lo imponga la legge: ad esempio, per evitare il diffondersi di un’epidemia mortale o per gestire una situazione di emergenza. Per la Costituzione, infatti, la salute è anche un interesse della comunità in cui viviamo. Le nostre intenzioni perciò vengono meno quando in ballo c’è il benessere della collettività.
Per il resto, siamo liberi di farci curare o no. Ma non pensiamo di poter rifiutare la medicina per saltare un giorno di scuola. Per chi è minorenne a decidere sono mamma e papà…
LA SCHEDA
Articolo 32 della Costituzione
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Ambiente e salute
Il diritto a stare bene comporta anche un diritto-dovere a tenere pulito e ad abbattere l’inquinamento dei luoghi in cui viviamo. La salubrità ambientale è un tema importantissimo, tanto che la Corte Costituzionale lo ha considerato implicito nell’articolo 32: è il naturale complemento del diritto alla salute, in quanto in un ambiente inquinato è difficile restare in buona salute.
Contro avvelenamento dell’aria le grandi città si stanno attrezzando limitando la circolazione e il riscaldamento nelle case. Ma ci sono altre forme di inquinamento: terra, acqua, cibo, prodotti vari. La difesa della natura è una consapevolezza recente, e i piani d’azione devono ancora essere affinati. Ma bisogna fare in fretta. Ne va della nostra salute.