Radici profonde

400 alberi per uomo

Maestosi, millenari, unici. Dai folti rami o dai tronchi imponenti. Immenso è il patrimonio verde del mondo: secondo una ricerca di qualche tempo fa, sul pianeta ci sono circa tre bilioni, ovvero tremila miliardi, di alberi. Il maggior numero, nelle foreste tropicali: ne hanno quasi 800 miliardi. 

Altro dato: per ogni uomo presente sulla Terra esistono circa 400 alberi. Ogni anno, però, se ne perdono 15 miliardi per l’abbattimento di boschi e foreste e la distruzione degli ambienti naturali. Di questo passo, nell’ipotesi che la popolazione mondiale non aumenti, i 400 esemplari a testa si ridurrebbero a 386 nel giro di 10 anni, a 260 in cento.

Un serio problema: gli alberi non sono solo fonte di cibo e materie prime per l’umanità, ma l’alleato capace di eliminare l’anidride carbonica dall’atmosfera e produrre ossigeno. Oltre ad essere il nutrimento di milioni di specie animali e vegetali. 

Lunga vita al pino

Con oltre 5067 anni ha il primato di pianta più antica del mondo: è il Pinus Longaeva. Si trova nella California orientale, ma il luogo esatto è mantenuto segreto dal servizio forestale degli Stati Uniti, per proteggerlo da eventuali atti di vandalismo. Per questo, non esistono sue foto, ma solo quelle dei suoi “fratelli” con qualche centinaio di anni in meno.

Quello che si sa è che si tratta di un esemplare cresciuto sulle White Mountains, che sono anche il secondo parco naturale più visitato degli Stati Uniti: il segreto della sua lunga vita, molto probabilmente, dipende dal luogo in cui vive, sopra i 3000 metri, su una terra arida e rocciosa. Proprio le avverse condizioni di clima e terreno hanno fatto sì che piante come queste si siano evolute per diventare forti e durature. Il potente vento che spira nella zona, poi, ha caratterizzato la sua forma attorcigliata e con poche foglie e ramoscelli.

Prima delle piramidi

Nelle White Mountains si trova un altro pino millenario, Matusalemme. Il suo nome è dovuto al patriarca chiamato, appunto, Matusalemme che, secondo la Bibbia, avrebbe vissuto fino ai 969 anni. Ha quasi 4850 anni, è alto circa 12 metri e ha un diametro di 8: aveva già compiuto cento anni quando fu costruita la prima piramide. Anche la sua posizione esatta è un segreto conosciuto da pochi, proprio per evitare che venga danneggiato da incauti turisti. Al di fuori degli Stati Uniti, l’albero più antico si trova in Cile. È il “Gran Abuelo”, ed è un Patagonian cypress: ha quasi 3650 anni. 

La scoperta è recente, ma riporta alla notte dei tempi. Individuata nel 1994 nel fondo di un canyon del Wollemi National Park, sulle Blue Mountains australiane, a 150 chilometri da Sidney, la Wollemia è una conifera dalla corteccia rugosa, aghi piatti e sempreverdi, 40 metri di altezza. Secondo gli scienziati, le piante di questa specie, oggi al massimo un centinaio, erano già presenti quando i dinosauri popolavano la Terra. Il che le rende veri e propri fossili viventi 

Circonferenza da record

Se gli alberi più alti del mondo sono il Generale Grant e il Generale Sherman, due sequoie che vivono all’interno del Sequoia National Park in California, quello con una circonferenza maestosa è l’Albero di Tule. Ha circa 1500 anni e la sua ombra può offrire riparo a più di 500 persone. 

Situato nel comune messicano di Tule, è una conifera con una particolare corteccia “arricciata”, chioma ampia e frastagliata ed un’altezza di circa 35 metri. Ha un tronco con una circonferenza di circa 36 metri: per abbracciarlo, occorrono almeno 30 persone con le braccia tese. 

In lingua azteca, l’albero di Tule è chiamato Ahuehuete, cioè Vecchio dell’acqua. Il nome è dovuto al fatto che questa pianta di solito cresce vicino a specchi d’acqua o in zone acquitrinose. E, proprio a causa della scarsità di acqua, rischia di morire. Ma non solo. Le sue radici sono danneggiate anche dalla cementificazione, dall’inquinamento e dal traffico: ogni giorno, infatti, lungo la strada che sorge accanto all’albero, passano in media 8000 veicoli.

Draghi e arcobaleni

Esiste in un solo posto al mondo. Nell’Oceano Indiano, sull’isola di Socotra, in Yemen, non molto lontano dalle coste della Somalia: il Sangue di Drago, alto una decina di metri, chioma a forma di fungo gigantesco che ricorda i primi alberi cresciuti sul pianeta. Il suo nome deriva dalla resina rosso scuro che esce quando la corteccia o le foglie vengono tagliate, chiamata appunto “sangue di drago”, che viene raccolta ed utilizzata dalle popolazioni locali come medicina, dentifricio, tintura o profumo. 

Si trova invece in Spagna l’albero che si piega al vento: l’Albero di Sabina, simbolo della Castiglia, che cresce nella direzione del vento e, durante l’anno, può cambiare forma. Nelle Filippine, Indonesia o Hawaii, dalla sua altezza di oltre 70 metri, è un’esplosione di colori l’Eucalipto Arcobaleno. Man mano che cresce, il tronco assume diverse tinte, dall’arancio al viola al blu. Così non è mai uguale a se stesso. 
La siccità non fa paura

Il baobab è uno degli alberi più maestosi del mondo. Chiamato anche albero della teiera, può rimanere senza foglie quasi tutto l’anno, ma il suo tronco può trattenere centinaia di litri d’acqua per fare fronte ai periodi di siccità. Presente in Africa e in Australia, è il simbolo nazionale del Madagascar. In Sudafrica, nella regione di Limpopo, c’è il più alto e più ampio: sembra abbia 6000 anni ed ha proporzioni straordinarie, una circonferenza di oltre 108 metri e rami lunghi più di 20. Si chiama Sunland Baobab e offre ai visitatori una particolarità unica al mondo: nella cavità del suo tronco è allestito un bar.

L’Albero della Vita, che ha circa 430 anni, è un gran tenace, perché riesce a vivere in un ambiente molto ostile. Si trova nel mezzo del deserto del Bahrain, sembra non avere a disposizione delle fonti d’acqua e resiste a temperature che arrivano fino a 110 gradi. Gli scienziati ritengono che gli alberi di questa specie abbiano radici che raggiungono profondità estreme, che possano quindi penetrare a fondo nel terreno fino a trovare fonti d’acqua anche nell’ambiente più arido. 

Nel comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, nel Parco dell’Etna, si trova un illustre millenario: il Castagno dei Cento Cavalli (nella foto) che, secondo le stime, avrebbe un età compresa fra i 3000 ed i 3500 anni. Il suo nome ha origine da una leggenda: un giorno una regina di passaggio si riparò sotto le sue fronde insieme al suo esercito, formato da 100 cavalieri. 

In Sardegna, a Luras, c’è invece il progenitore degli olivi di tutta Europa, chiamato l’Olivastro, per il tipico colore delle sue foglie. Ha circa 4000 anni. Al suo fianco, a pochi metri di distanza c’è il suo fratello minore, di appena 2000 anni.

Non scherza nemmeno un pino loricato, di circa 1230 anni, situato nel parco del Pollino. Che, tra l’altro, è l’unico luogo della penisola in cui vivono gli alberi di questa specie, aggrappati alle rocce, tra gli 800 e i 2200 metri di altitudine.