La reginetta del nostro nuoto, Federica Pellegrini, non è più sola. L’ultima rassegna iridata indoor a Shanghai ha esaltato il talento di Alessia Filippi e Francesca Segat, ondine emergenti che hanno confermato una volta di più lo straordinario momento dei colori azzurri. Tre ragazze sul secondo gradino del podio: non era mai capitato nella storia del nostro nuoto. Un trio che tutto il mondo ci invidia e che fa da contraltare al boom del nuoto maschile, con Magnini, Rosolino e compagni da tempo al vertice dei valori mondiali.
Insieme con gli elogi, la critica ha proposto inevitabilmente i primi confronti: più brava Federica, grande rivelazione alle Olimpiadi di Atene, o più convincente Alessia Filippi, che negli ultimi tempi ha collezionato progressi sensazionali? È una domanda che potrebbe avere una prima risposta già in estate, in occasione delle grandi competizioni internazionali. Il tutto senza trascurare le chances di Francesca Segat, che a Shanghai ha conquistato l’argento nei 200 farfalla migliorando a sua volta, proprio come la Pellegrini e la Filippi, il record italiano.
Bartali e Coppi, Mazzola e Rivera, Benvenuti e Mazzinghi: le grandi sfide hanno fatto la storia (e scandito il successo) di tutte le discipline sportive. Siamo un popolo che ama le contrapposizioni forti, che si appassiona ai duelli senza pronostico, soprattutto quando i duellanti sono divisi da un’acerrima rivalità. Il nuoto non fa eccezione.
Dopo le Olimpiadi di Sydney era toccato a Massimiliano Rosolino e a Domenico Fioravanti (peraltro impegnati in specialità natatorie diverse tra loro) misurare attraverso gli spazi riservati dai media il proprio grado di popolarità. Una rivalità vissuta dai due con molta ironia grazie anche alla presenza alle loro spalle di un Emiliano Brembilla sempre in agguato. È un copione classico, lo stesso che si trovano ora a interpretare la Pellegrini e la Filippi con la Segat nelle vesti tradizionali della “terza incomoda”.
Già ben nota anche al grande pubblico Federica Pellegrini, veneziana di Spinea, 18 anni nel prossimo agosto, è stata Alessia Filippi, di un anno più anziana, a calamitare l’attenzione grazie anche alla statura (è alta 1,85!) e a un fisico da top model. Non a caso è proprio al mondo della moda che aspira ad avvicinarsi un giorno, quando avrà chiuso (“il più tardi possibile…”) con l’attività agonistica. “Non intendo farne una professione – ha detto - ma vorrei togliermi lo sfizio di qualche sfilata, per provare l’ebbrezza della passerella. Anche se dovrò rinunciare ai tacchi a spillo…”.
Rivali, ma tanto amiche
“È nata una stella”, hanno sentenziato i critici dopo averla vista in azione a Shanghai. E le domande sono fioccate a senso unico non appena qualcuno le ha chiesto di Federica: una rivalità costruita ad arte? “Posso dire con certezza – ha commentato Alessia con un sorriso furbo - che tutto si può dire di noi meno che siamo amiche. In acqua l’amicizia non esiste!”. Scherza o dice sul serio? “Con Federica c’è un ottimo feeling, abbiamo fatto persino le vacanze insieme. Però il nuoto è uno sport prettamente individuale: ti alleni da sola, quando scendi in piscina hai una corsia tutta per te, quasi non ti accorgi delle avversarie che ti sono al fianco. Detto questo, ci divertiamo un sacco, io e Federica, a osservare i tentativi dei giornalisti di creare una rivalità che non esiste. E guai a perdere di vista Francesca Segat, che è nel pieno della maturità e che ha fatto ultimamente grandi progressi”.
Romana di Tor Bella Monaca, studentessa dell’ultimo anno di ragioneria, Alessia Filippi ha cominciato a nuotare a sei anni e si è rivelata vincendo l’argento nei 400 misti agli Europei juniores 2003, una medaglia cui hanno fatto seguito ben 13 titoli italiani individuali. Il salto di qualità si è precisato tuttavia proprio quest’anno grazie al trasferimento al Centro sportivo della Guardia di Finanza. “Grazie alle Fiamme Gialle – dice Alessia - posso prepararmi con grande tranquillità: vivo e mi alleno nello stesso posto. Prima perdevo quattro ore al giorno solo per attraversare la città e raggiungere la piscina, e alla sera c’era anche la scuola da frequentare. Il mio obiettivo? Lo dico con molta sincerità: vincere. A volte mi chiedono a quale atleta mi ispiro. Ebbene, ho la presunzione di fare soltanto un nome: il mio. Credo in me stessa, penso di avere una mia personalità autonoma, non ho bisogno di inseguire modelli irraggiungibili”.
Se l’argento conquistato a Shanghai ha rappresentato per Alessia Filippi il primo concreto riconoscimento a livello internazionale, non così si può dire di Federica Pellegrini, che all’argento è ormai abbonata, al punto da considerarlo un’“occasione perduta”. Dopo l’argento di Atene alle Olimpiadi e quello di Montreal ai Mondiali, il tris si è completato a Shanghai in vasca corta anche se per un attimo Federica aveva dato l’impressione di poter vincere. “L’argento – ammette - comincia ad andarmi un po’ stretto. Mi piacerebbe vincere finalmente qualcosa di importante, i piazzamenti sono una bella cosa ma a questo punto è giusto puntare più in alto”.
Tra due anni si disputeranno le Olimpiadi di Pechino, un’occasione davvero speciale per Federica, anche se lei per prima non si nasconde le difficoltà. “Basta una frazione di secondo – osserva - a consegnarti alla storia del nuoto o a ricacciarti ancora una volta ai margini. Serve anche una virgola di fortuna”.
Figlia di un barman che lavora in un grande albergo veneziano, cresciuta nella Serenissima Nuoto, Federica ha tre passioni dichiarate: la musica (tutta la musica, senza distinzioni), il pattinaggio sul ghiaccio, che pratica qualche volta durante l’inverno, e i… tacchi a spillo. Un hobby quest’ultimo un po’ inconsueto se è vero che Federica è alta di suo 1,77. “È l’unico modo – spiega - per equilibrare il fatto che ho sempre addosso un paio di ciabattoni da piscina”. Lei ci ride, ma intanto la collezione di scarpe ha raggiunto una dimensione “preoccupante”, nel senso che bisognerà trovare il posto, prima o poi, per sistemare tutti gli esemplari che Federica ha acquistato in giro per il mondo.
Federica e Alessia hanno già trovato ampio spazio anche sui giornali non sportivi. Francesca Segat, più timida delle due compagne, più riservata, ha sempre vissuto invece fino ad oggi di luce riflessa. Non tanto perché a farle ombra abbiano contribuito i successi delle amiche-rivali quanto perché il suo nome è sempre stato abbinato a quello di Filippo Magnini, il campione del mondo dei 100 stile libero, oggi la massima espressione del nuoto azzurro oltre che il favorito numero uno per le prossime Olimpiadi. Francesca e Filippo sono inseparabili da alcuni anni, la loro è una storia d’amore molto dolce nata in piscina e cementata dalla comune passione sportiva.
Ventitré anni compiuti a gennaio, veneta di Breda di Piave, in provincia di Treviso, Francesca gareggia proprio come Alessia per la Fiamme Gialle ed è allenata da Andrea Palloni. Passa per l’intellettuale del gruppo: cinema, musica e lettura sono i suoi hobby dichiarati. Non ama i riflettori ma sa benissimo ciò che vuole: la Cina, per Francesca che ha vinto l’argento a Shanghai e che guarda a Pechino, è sempre più vicina.
ADALBERTO SCEMMA
