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8. IL DEBITO INTERNAZIONALE

 

 CHE COS’È

 

È la somma di denaro (con interessi) che i Paesi del Sud del mondo devono restituire ai governi, al Fondo Monetario Internazionale, alla Borsa Mondiale e agli Istituti di Credito.
 

La cifra complessiva da restituire è sui 2.300 miliardi di dollari.deb

• Il debito internazionale (DI) è un sistema-capestro che imbottiglia i debitori in una specie d’usura legalizzata. Per azzerare il deficit contratto ad avere nuovi prestiti, essi devono destinare ogni anno fino a 40% del loro bilanciio al pagamento del debito, peggiorando la già precaria situazione generale con:

 
• enormi talgi alle spese per salute, istruzione, trasporti…;

• crollo fino al 90% dei salari;

• impennata dei prezzi;

• aumento di oltre il 50% della disoccupazione;

• incremento della mortalità infantile (ogni anno muoiono 500.000 bambini in più dell’anno precedente).

• I principali Paesiche che rientrano nella “lista nera” dei debiti sono:

Angola, Burkina Faso, Bolivia, Burundi, Camerun, Ciad, Congo-Zaire, Costa d’Avorio, Etiopia, Guinea Bissau, Mali, Mozambico, Nicaragua, Sierra Leone, Tanzania, Sao Tomé e Principe, Yemen, Sudan Somalia, Malawi, Niger, Nigeria, Ruanda.

 

UN PO’ DI STORIA

 

• 1973-’74: scoppia la prima crisi energetica e inizia il fenomeno del DI. L’OPEC (Paesi produttori di petrolio) aumenta del 400% il prezzo del greggio e riversa un fiume di “petroldollari” nelle banche europee. I Paesi in via di sviluppo (PVS) trovano poco costoso indebitarsi a motivo dei tassi di interesse bassissimi. Alla scadenza della restituzione, però, gli interessi lievitano da un anno all’altro di oltre il 20%, per cui molti Paesi non riescono a saldarli con il loro PIL (Prodotto Interno Lordo) innescando la spirale dell’indebitamento;
 
• 1978: James Tobin, premio Nobel per l’economia 1981, propone di “gettare un po’ di sabbia negli ingranaggi dei nostri troppo efficienti mercati internazionali” attraverso una tassa sulle conversioni di una valuta in un’altra. Questa imposta, detta Tobin Tax, tende a diminuire la convenienza dei movimenti di capitale a breve termine, quelli tipicamente speculativi;
 
• 1979: seconda crisi petrolifera e rialzo di prezzi. Per combattere l’inflazione vengono aumentati i tassi di interesse, per cui i Paesi debitori in un anno vedono salire il debito del 30%. L’America Latina complessivamentedebito accumula un debito estero sui 285 miliardi di dollari (nel 1990 420 miliardi di dollari, cioè circa 140 miliardi di dollari in più; oggi ha superato i 600 miliardi di dollari);
 
• agosto 1982: il Messico dichiara di non poter pagare il proprio debito estero scatenando il panico nei mercati finanziari ed è crisi generale;
 
• 1985: viene presentato il Piano Baker. È inefficace, serve solo a riaprire l’interesse per il problema;
 
• aprile 1996: in Gran Bretagna nasce l’associazione Jubilee 2000,  attiva in 50 nazioni, e lancia l’appello per un millennio senza debiti; anche la Chiesa e le associazioni cattoliche si mobilitano con la slogan “Come noi rimettiamo ai nostri debitori”;
 
• 1999: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale avviano la procedurta del ”debito sostenibile” applicata a 41 Paesi poveri gravemente indebitati (in inglese: HIPC). Di questi, però, solo una piccola minoranza rientra nei criteri stabiliti e solo a tre è concessa la riduzione dei debiti;
 

• giugno 1999: all’incontro dei G7 di Colonia, il governo tedesco propone un programma di condono dei Paesi più poveri;

 
• febbraio 2000: dal palco di Sanremo Jovanotti e Bono degli U2, al grido di “Cancella il Debito”, rilanciano il problema del DI. Il Parlamento italiano, il 13 luglio, approva una legge innovativa la quale stabilisce che i crediti vanno annullati entro tre anni, il valore delle operazioni di cancellazione sale da 3 mila miliardi previsti in origine a 12 mila, i Paesi interessati passano da 18 a 66;
 

• 2001-2002: il Governo italiano annuncia la cancellazione al 100% dei crediti italiani per 22 tra i “Paesi  HIPC”.

 

LE CAUSE

 

I principali fattori che hanno portato dal DI:

• la corruzione delle classi dirigenti con  i soldi finiti nelle tasche di dittatori, politici, industriali;

• la fuga di capitali all’estereo;

• le spese militari volute dai regimi al potere;

• investimenti economici sbagliati (sul modello di quelli occidentali);

• le politiche monetarie di USA (con Ronald Reagan) e Gran Bretagna (Margaret Thatcher) e delle Banche mondiali che hanno contenuto l’offerta della moneta e alzato i tassi di interesse.

 

I GESTORI DEL DEBITO

 

Gli organismi che gestiscono il DI sono:

• il Fondo Monetario Internazionale: è l’organizzazione internazionale di 183 Paesi. Promuove la cooperazione monetaria internazionale, la crescita economica e fornisce assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà. Fondato nel 1946, ha sede a Washington;

• la Banca Mondiale: è uno dei più grandi istituti, formato da 180 nbitoazioni, che fa credito ai Paesi in via di sviluppo (PSV). Nel 2001 ha erogato 17,3 miliardi di dollari, collabora attualmente con circa 100 PSV per migliorare il loro livello di vita. Fondata nel 1944, risiede a Washington;

• il Club di Parigi: è stato fondato nel 1956, per far fronte ad una crisi finanziario-debitoria dell’Argentina. Ne fanno parte dalle 20 alle 30 nazioni creditrici, tra cui l’Italia. Coordina le azioni di cancellazione, recupero dei crediti nei confronti dei Governi dei Paesi debitori.

 

PER CAPIRE MEGLIO

 

CITAZIONI

• “Quelli che ci hanno prestato il denaro sono gli stessi che ci hanno colonizzati, sono gli stessi che hanno per tanto tempo gestito i nostri Stati e le nostre economie. Noi siamo estranei alla creazione di questo debito, dunque non dobbiamo pagarlo. Il debito, inoltre, è anche legato a meccanismi neocoloniali; i colonizzatori si sono trasformati in assistenti tecnici… Non possiamo rimborsare il debito, né dobbiamo, non essendone responsabili. Non possiamo pagare il debito perché sono gli altri che hanno nei nostri confronti un debito che le più grandi ricchezze non potrebbero mai pagare, cioè il debito di sangue, il nostro sangue che è stato versato” (Thomas Sankara, presidente del Burkin Faso, assassinato nel 1987).
 
• “Dobbiamo, forse, far morire di fame i nostri figli per ripagare il debito?” (Julius Nyerere, ex-presidente della Tanzania).
 

• “…farsi voce di tutti i poveri del mondo, proponendo il Grande Giubileo come un tempo opportuno per pensare, tra l’altro, ad una consistente riduzione, se non proprio al totale condono del debito internazionale, che pesa sul destino di molte nazioni” (Giovanni Paolo II, Tertio Millewnnio Adveniente).

 

UN PORTAVOCE

• La rockstar irlandese Bono da anni è impagnata sul fronte anti-debito ottenendo alcune cancellazioni. Recentemente ha “costretto” il presidente americano Bush ad inviare il suo ministro del Tesoro in Africa per esplorare i risultati degli aiuti internazionali.

 

IL FILM

• Raffaini e Storgato, Siamo in debito, Videomission, Brescia, 1999.

 

I LIBRI

• Castagnola A., Cancellare il debito, Emi, Bologna 2000 (volume a fumetti);

• Cem Mondialità, Percorsi di ricerca sul debito estero, Aprile 2000 (dossier)

• Cisv, Giochi di simulazione, ELLEDICI

 

I SITI

•  www.unimondo.org/sdebitarsi  (organizzazioni laiche e religiose impegnate per la cancellazione del DI);

•  www.jubilee2000uk.org (sito ufficiale del movimento “millennio senza debiti”);

 

FORUM

• Da anni si invoca la riduzione o la cancellazione totale dei debiti dei Paesi poveri. La trovi una richiesta giusta e opportuna? Come mai, secondo te, le Banche e i governi internazionali vanno con i piedi di piombo? Che cosa dovrebbero fare subito queste istituzioni? Sono accettabili praticamente le condizioni che impongono?

• Ripensando alla storia delle colonizzazioni, i Paesi occidentali non hanno nulla da restituire al Sud del mondo?

• L’ONU ha calcolato che se le risorse utilizzate per la  restituzione del debito fossero impiegate per la salute e l’istruzione, si potrebbero salvare 7 milioni di bambini all’anno. Che pensi di questo dato?

• Quali altre conseguenze disastrose, oltre alla morte dei bambini, provoca il debito nei Paesi poveri?

 

LAVORO DI GRUPPO

• Provate a ricostruire il cammino compiuto dal debito internazionale, dalla richiesta del prestito di un Paese alla Banca Mondiale e ai governi, fino al suo saldo. Indicate anche l’uso e l’abuso che viene fatto del denaro (come viene speso e come dovrebbe, invece, essere utilizzato).

• Su un planisfero indicate i Paesi più indebitati del mondo e, se la conoscete, l’entità del loro debito, rispetto al prodotto interno lordo.

 
©Mondo Erre-Valerio Bocci 

 

 

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©AGOSTINO LONGO
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