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Il Sangue

Autore: Giuseppe Pelizza

IL  SANGUE

 

GUARDATE,  È SANGUE!

 

Dopo aver chiuso la sua bottega e spento l’ultima candela, Antonio van Leeuwendhoek sale nelle sue stanze a godersi le lunghe notti invernali che la dolce Olanda gli sa regalare.

Di mestiere fa il fabbricante di tessuti a Delft. Nel 1600 l’Olanda è una vera potenza economica. Le sue navi solcano i mari in concorrenza solo con quelle inglesi. I porti traboccano di merci provenienti da tutto il mondo. Fare il commerciante è quasi d’obbligo. Mezza Europa dipende infatti dai traffici olandesi.

Antonio van Leewenhoek è esperto di stoffe. Ordina le materie prime come il lino, la canapa, la lana e le lavora. I suoi occhi sono abituati a valutare il pregio dei tessuti, il loro intreccio e la loro solidità. Non conosce il latino, ma per molti come lui la nuova lingua che unisce l’Europa è quella dell’oro..
 
Non ha studiato, e come tutti quelli che vogliono mettere a profitto i loro guadagni, cerca di darsi una cultura. La medicina lo affascina. Passa le interminabili ore della sera a studiare il corpo umano e a leggere i manuali di ottica. Ma più che leggere – poiché i libri in quel  tempo erano tutti scritti in latino – cerca di capirne i disegni.
Si costruisce da solo un microscopio col quale studia il sangue che lui stesso si estrae dalla mano.
 

In una lettera al segretario della Royal Society di Londra (la società scientifica più prestigiosa del tempo), scriverà: “Ho cercato molte volte di scoprire di quali parti sia composta la massa del sangue, e ho osservato che è composto di piccoli globuli rossi che nuotano in un fluido cristallino simile all’acqua”.

In altre lettere illustrerà i suoi studi sull’esistenza dei globuli rossi nel sangue dei pesci e degli uccelli. Fino al 7 luglio 1700, quando schizza il primo disegno del fluire del sangue nelle vene.

Osservando attraverso le lenti del suo microscopio, van Leeuwenhoek intuì che i globuli rossi avevano un comportamento strano. Avevano la forma rotonda, ma riuscivano a passare attraverso le sottilissime pareti delle arterie e delle vene. “Immagino che questi globuli debbano essere molto flessibili ed elastici, perché prendono la forma d’uovo per passare attraverso le vene così piccole e sottili”.

 

 

LA CELLULA

Il primo scienziato che scoprì le cellule fu Robert Hooke, nel 1667. Osservando un pezzo di sughero, scoprì che era diviso in tanti piccoli scomparti. Solo nel 1800 si arrivò a pensare che la cellula potesse essere la forma vivente più semplice e che gli esseri viventi fossero strutturati in cellule.

Nel 1858 Rudolf Virchow definì la cellula come l’origine stessa della materia vivente, per cui ogni cellula proviene da un’altra cellula, per giungere fino alla cellula base che contiene tutti i segreti della vita: il gamete.

 

 

 

Una scoperta Europea

 

Prima che Antonio van Leeuwenhoek giungesse alla conclusione che il sangue non è solo un liquido di colore rosso ma che contiene tanti piccoli corpuscoli che lui chiama globuli, all’Università di Bologna, Marcello Malpighi osserva che il sangue è composto da un liquido biancastro e da alcune particelle rosse che chiama parte solida del sangue. È il 1667.

Sette anni più tardi, un altro olandese, Jan Swammerdam, osserva al microscopio un pezzo di intestino e scopre nel sangue rimasto nei villi intestinali la presenza di globuli rossi.
 

I tre studiosi hanno scoperto che il sangue non è solo un liquido dal colore rosso, ma contiene alcune parti che chiamano nel modo più diverso. Non si sa ancora bene a che cosa servano questi piccoli corpi rossi. Si sa solo che esistono.

Bisognerà perfezionare i microscopi per saperne qualcosa di più. Ma soprattutto si dovrà scoprire che la forma più piccola di vita è la cellula, prima di arrivare a dire che i globuli rossi sono la cellula più conosciuta del corpo umano. Ma per questo passeranno quasi duecento anni.

 

 

 

La vita del globulo rosso

 

I globuli rossi nascono dal midollo osseo. Come ogni cellula sono costituiti dal loro bel nucleo e dalla membrana esterna. Nel midollo osseo, a poco a poco si caricano di una sostanza ricca di ferro, chiamata emoglobina che dà la caratteristica colorazione rossa al sangue.
 

L’emoglobina presente nei globuli rossi quando arriva ai polmoni si combina con l’ossigeno e lo trasporta fino ai tessuti, dove lo cede alla cellula. Così, queste possono respirare e bruciare l’energia di cui hanno bisogno per vivere.

Nel  midollo osseo, i globuli rossi maturano lentamente e a poco a poco perdono il nucleo.
 
Prima di passare nel sangue, devono ancora subire altre trasformazioni.
 
Ogni cellula è capace di muoversi, i globuli rossi invece devono perdere questa capacità perché devono essere trasportati dal flusso del siero sanguigno. Inoltre devono stabilizzare la capacità di produrre emoglobina. Solo a queste condizioni possono passare definitivamente nel sangue.
 
Senza nucleo, il globulo rosso sembra un disco rotondo e biconcavo. È lungo  7,74 µ (micron) ed è spesso solo 2 µ, cioè 2 millesimi di millimetro. Nelle donne ve ne sono 4,5 milioni per millimetro cubo, mentre negli uomini anche 5 milioni. Però nel bambini i globuli rossi possono arrivare fino a 6 milioni per millimetro cubo.
 

Come ogni cellula anche i globuli rossi hanno una doppia membrana. Davanti a un passaggio molto stretto quella esterna scivola su quella interna, permettendo la deformazione del globulo che può così raggiungere qualunque punto del corpo umano per portare l’ossigeno alle cellule.

Se per caso una delle due membrane è rigida, il globulo riesce a trasportare l’ossigeno nel corpo, ma non può cederlo alle cellule, provocando anche la morte dell’individuo.
 

La loro vita è fissata in anticipo. Un globulo rosso vive per circa 120 giorni, poi viene distrutto dalle cellule del midollo osseo, della milza e del fegato.

L’emoglobina che contiene ancora viene riciclata nel midollo per la produzione di nuovi globuli rossi
 

Ogni giorno il midollo osseo produce da 150 a 200 miliardi di globuli rossi. Ogni giorno tutti i globuli rossi del sangue scaricano nei polmoni 500 litri di anidride carbonica e prelevano più di 4200 litri di ossigeno.

 

 

PIÙ BIANCO NON SI PUÒ

 

Dalla scoperta di Leeuwenhoek e Malpighi passeranno quasi cento anni, prima che  un altro scienziato, l’italiano Lazzaro Spallanzani, osservi sotto le lenti del suo microscopia dei corpi che  non assomigliano per niente ai globuli rossi. Sono iglobuli bianchi.

La scoperta di Spallanzani, fatta nel 1768, lo pone come uno dei fondatori della moderna biologia.
 
Ottant’anni dopo, nel 1845, l’inglese Thomas Wharton si accorge che questi piccoli corpi si spostano in un modo strano. Non sono solo trasportati dalla corrente del sangue, pulsato dalla pompa del cuore, ma sparano dei prolungamenti come se fossero le loro gambe e si muovono attratti da una calamita invisibile.
 
Di lì a poco, il russo Elia Metchnikoff nota che questi componenti del sangue si comportano come veri e propri militari sul campo di battaglia. Hanno una loro strategia. Intervengono tutte le volte che un nemico dell’organismo è riuscito a superare le linee difensive e a intrufolarsi nel corpo.
 

I globuli bianchi di per sé sono più grandi di quelli rossi, ma meno visibili, per questo vennero scoperti solo più tardi, quando i microscopi erano più potenti

Per ogni millimetro cubo di sangue ce ne sono da 4 mila a 8 mila.

 

 

IL VACCINO

Il vaccino serve per proteggerci dalla malattie più gravi. La sua preparazione è in pratica una forma di contagio indiretto..

Si prendono i batteri o i virus che provocano la malattia e, tramite diverse operazioni di laboratorio, gli scienziati eliminano il potere distruttivo.

La sostanza ottenuta viene poi iniettata nel corpo: i linfociti dei globuli bianchi vengono ingannati e credono di venire attaccati, per difendersi reagiscono immediatamente producendo degli anticorpi.

Questi anticorpi restano presenti nel sangue e  sono poi in grado di neutralizzare il tipo di infezione a cui sono predisposti non appena il vero virus si  presenterà realmente.

La produzione degli anticorpi richiede sempre del tempo. Infatti il virus iniettato è nuovo per i globuli bianchi i quali fanno fatica a riconoscerlo subito. Questa loro fatica si fa sentire anche sull’organismo che in genere si sente sempre un po’ affaticato e stanco dopo la vaccinazione.

 

 

 

Corpo di difesa

 

A differenza dei loro cugini, i globuli rossi, quelli bianchi hanno un nucleo e sono di tre tipi diversi. Ognuno con le proprie funzioni di difesa dell’organismo.
 

Sono i linfociti, i monociti e i granulociti. Questi ultimi nascono dal midollo osseo, ma impiegano un po’ di tempo prima di essere pronti per entrare nel sangue a difendere l’organismo, perché devono attrezzarsi per bene per aggredire gli avversari.

Sono delle sentinelle sempre all’era. Capaci di raggiungere qualunque punto dell’organismo.
 

Appena un microbo entra nel corpo, i globuli bianchi lo afferrano con i loro tentacoli, gli pseudopodi, lo stringono e lo divorano; poi, grazie a particolari enzimi lo digeriscono.

Il loro potenziale di difesa, dunque, è molto alto, purtroppo si consuma in fretta. Per questo muoiono in poco tempo, perché il corpo non può permettersi di lasciare in circolazione delle guardie indebolite dal lavoro.
 
In caso di un grave attacco all’organismo il midollo osseo può rilasciare dei “riservisti” – che tiene a riposo nelle sue “caserme” segrete -, per aiutare i granulociti già in circolazione.
 
Altre volte, invece, i globuli bianchi producono delle speciali sostanze chiamate anticorpi.  Sono delle armi chimiche che vengono riversate nel sangue, e a distanza neutralizzano l’avversario.
 
I linfociti sono prodotti nelle ghiandole linfatiche sparse nei vari organi del corpo e della polpa bianca della milza. Sono queste le prime parti del corpo umano ad essere interessate quando il virus dell’HIV entra nel sangue.
 

Ma la caratteristica più stupefacente dei globuli bianchi è la loro memoria. Una volta che un  microbo ha attaccato l’organismo ed è stato  sconfitto, loro sanno ricordare con quale anticorpo lo hanno debellato. Così anche dopo anni sanno produrre immediatamente quel tipo di anticorpo capace di sconfiggere la nuova intrusione del microbo.

Questo spiega perché alcune malattie non hanno nessuna conseguenza su alcune popolazioni, mentre le stesse malattie, talvolta anche innocue, hanno conseguenze mortali presso altre popolazioni. Infatti i globuli bianchi di queste ultime non sono in grado di riconoscere il tipo di microbo che sta attaccando l’organismo e non riescono a produrre le difese necessarie.
 

Questo fa pensare che nel midollo osseo vi sia una “memoria genetica” in relazione con l’ambiente in cui si vive. Grazie a questa memoria, le vaccinazioni ci proteggono dalle malattie contagiose.

 

 

QUIZ

In montagna l’aria è povera di ossigeno. Per compensare questa mancanza, gli abitanti delle montagne hanno un numero più alto di globuli rossi. Solo così è possibile portare alle cellule la quantità necessaria di ossigeno.

Perché quindi è consigliabile agli atleti un soggiorno in montagna prima di una gara sportiva?

Perché bisogna cambiare l’aria in casa almeno due volte al giorno, anche in inverno?

 

 

 

 

LE MALATTIE DEI GLOBULI

 

ANEMIA: a provocarla è la scarsità dei globuli rossi. Come prima conseguenza, le cellule ricevono poco ossigeno.

L’abbassamento dei globuli rossi è provocato dalla malnutrizione e dalla mancanza di vitamina B12 e di acido folico (una sostanza prodotta dal fegato che serve anche per la crescita).

Segni esterni di questa malattia sono la frequente stanchezza, il pallore, i disturbi di cuore, il mal di testa e le vertigini.
 
TALASSEMIA: è una forma particolare di anemia. Questa purtroppo è una malattia ereditaria, tipica di alcune zone di mare. Nei primi anni di vita passa inosservata, poi produce un ingrossamento della milza e conduce alla morte.
 

LEUCEMIA:è provocata misteriosamente da un aumento spropositato dei globuli bianchi, tanto di quelli pronti a difendere l’organismo, quanto di quelli che non hanno ancora completato la fase di crescita.

Il fegato e la milza si ingrossano e il corpo deperisce poco alla volta.

È una malattia gravissima che si può curare col cortisone, le trasfusioni e i raggi radioattivi, ma non sempre l’esito è positivo. 

 

 

LE PIASTRINE E IL PLASMA

 

 

EMOFILIA

L’emofilia è una malattia ereditaria che il bambino prende dalla madre. Colpisce solo i maschi. Chi è colpito da questa malattia, ha il sangue che non coagula, per cui le sue emorragie sono facili e prolungate.

Per ora l’unico modo per curare questa malattia è quello di fare frequenti trasfusioni, iniettando nel sangue alcuni “fattori di coagulazione” estratti dal plasma.

 

 

 

Le piastrine possono essere considerate i lattonieri del nostro corpo.
 
Quando una ferita taglia un vaso sanguigno, loro accorrono. Si dispongono una sopra l’altra,e, a contatto con l’aria, si induriscono formando una parete forte e resistente che impedisce ad altri microbi o virus di entrare nel corpo umano. Svolgono dunque la funzione di “tappo” dei vasi sanguigni. Un cemento naturale che ci protegge e che salda immediatamente ogni “buco” che si viene a verificare sulla pelle. È la coagulazione.
 
Quando poi un agente estraneo entra nell’organismo, le piastrine prima si stringono fra di loro e poi accerchiano l’intruso e lo “cementano” in se stesse.
 
Se non esistessero, qualunque ferita ci porterebbe immancabilmente alla morte per dissanguamento. Con loro, invece, le perdite di sangue, dette emorragie, vengono frenate e arrestate.
 
Il loro lavoro è reso possibile da una sostanza speciale chiamata serotonina. Di lei non si sa molto. Però la si è trovata in varie parti del corpo a svolgere lavori molto diversi fra loro, ma tutti importanti: controlla la digestione, stimola i muscoli e pare che abbia anche una certa influenza sui fenomeni nervosi.
 

Le piastrine sono di ridottissime dimensioni, hanno un diametro che varia da 1 a 4 µ. Per ogni millimetro cubo di sangue , ce ne sonono da 200 mila a 400 mila o anche più.

Anche loro nascono dal midollo osseo, ma non sono  cellule, bensì frammenti di cellula, nati dall’esplosione di una cellula-madre. La loro vita è di 8-10 giorni. Purtroppo se il midollo osseo è difettoso o se un agente infettivo non riconosciuto dai globuli bianchi è entrato nel corpo, o a causa di una medicina che abbia effetti collaterali non conosciuti, le piastrine possono iniziare a diminuire, facendo mancare una delle protezioni più sicure per il corpo umano.

 

 

BAMBINI BOLLA

Alcuni bambini hanno la disgrazia di nascere senza nessun globulo bianco. Il loro sistema di difesa o immunologico è completamente assente. Per cui potrebbero venir assaliti da qualunque banale microbo e morire in poco tempo. Per questo vengono tenuti sotto una tenda di plastica completamente sterilizzata e isolata dal resto dell’ambiente, affinché  nessun microbo o virus li attacchi.

Si curano solo con un trapianto del midollo osseo che inizi a produrre globuli bianchi. Solo allora possono lasciare la loro bolla sterilizzata.

 

 

 

Non è vero che tutto fa brodo

 

I globuli rossi, quelli bianchi e le piastrine navigano tutti insieme in un liquido che li contiene: il plasma.
 
Il Plasma da solo è oltre il 50% di tutto il volume sanguigno del nostro corpo.
 
Se i globuli rossi portano alle cellule l’ossigeno necessario per la combustione, il plasma trasporta invece le sostanze nutritive per le cellule e quelle che devono venire eliminate. I primi portano dunque l’ossigeno e fanno da carburatore, i globuli bianchi fanno da filtri,  mentre le piastrine da freni, e il plasma invece trasporta la benzina e fa da marmitta.
 
Il plasma si compone di acqua (90%), sali (0,9%), proteine (6-8%), carboidrati, zuccheri e grassi (introdotti con il cibo). Le percentuali di questi componenti devono restare sempre uguali. Se l’equilibrio sta per alterarsi il cervello viene subito informato, suona il campanello d’allarme e manda stimoli della fame e della sete.
 
Talvolta però lo stimolo della sete non è sufficiente, perché quando si prova sete, non si riesce a capire se la percentuale di acqua nel plasma sta diminuendo, oppure se è quella dei Sali, o tutte e due.
 
Quando facciamo una passeggiata in montagna sudiamo e lo stimolo della sete ci invita a bere. Ma l’acqua che introduciamo nel corpo non ci toglie la sete, perché è “solo acqua”, con pochissimi Sali. Quando sudiamo perdiamo moltissimi Sali e l’acqua che ci gocciola dalla fronte l’avremmo persa, comunque, con l’urina. Ecco perché quando si fa dello sport non importa tanto  bere, quanto introdurre nel corpo degli integratori salini.
 

Ma le alterazioni nell’equilibrio delle componenti del plasma possono purtroppo essere più serie che una semplice sudata. Un aumento degli zuccheri, per esempio, segnala la possibile presenza del diabete; un aumento della creatina indica invece l’inizio della distrofia muscolare o unadisfunzione dei reni.

 

 

IL SANGUE E L’ARTE

Le nuove scoperte sul sangue hanno ispirato anche gli artisti. In Germania presso l’istituto superiore di arte, il prof. Kandinskij disegna le cellule dei globuli rossi, come forma artistica da imitare.

Etienne Hadju invece è il primo che ha provato a fare delle sculture ispirandosi alle scoperte mediche.

 

 

 

 

Papà midollo

 

Come si è visto il midollo osseo è all’origine delle componenti più importanti del sangue. Si può dire che lui sia il papà del sangue. È un tessuto semifluido ricco di grasso presente all’interno di alcune ossa: vertebre, scapole, costole, sterno, bacino, cranio, femori e omeri. In tutto il nostro corpo abbiamo da  1000 a 1500 grammi di midollo osseo.
 
Il modo in cui si generano i globuli e le piastrine è detto emopoiesi. Le cellule del midollo osseo sono speciali. Ognuna di esse si divide, dando origine a una nuova cellula che nel tempo, giunge a maturazione, producendo i globuli bianchi, rossi e le piastrine. Ma la cellule che hanno generato le altre sono capaci di riprodursi, mantenendo invariato il loro numero totale, senza mai esaurirsi.
 

Il midollo si può donare. Vi sono degli ospedali specializzati per questa operazione. In genere prelevano circa il 5%, ma nel giro di poco tempo di rigenera.

 

 

 

L’EPATITE VIRALE

L’epatite virale può essere di tipo A, B o C. Le ultime due sono causate da un virus che circola nel sangue. Questo virus va a stabilirsi nel fegato, e qui si moltiplica e inizia a distruggere le cellule del fegato. Per tentare di difendersi queste producono una sostanza che colora la pelle di giallo. La malattia si può curare, anche se alcune forme sono pericolose e  l’epatite B, se non curata in tempo, può essere mortale

 

 

 

I GRUPPI  SANGUIGNI

 

I medici hanno sempre cercato di curare alcune malattie iniettando nel corpo umano del sangue animale. Ma i risultati sono sempre stati disastrosi, provocando ogni volta la morte del paziente.
 
All’inizio del secolo, a Vienna, il dottor Karl Landsteiner prova a mettere insieme il sangue di due persone e nota uno strano fenomeno: nel liquido del sangue si formano talvolta dei piccoli grumi. Ma talvolta, questi grumi non si formano.
 
Il dottore Landsteiner ha scoperto che può esserci incompatibilità non solo fra il sangue di un animale e quello di un uomo, ma anche fra quello di due uomini.
 
Questa particolare razione è dovuta al fatto che sulla superficie dei globuli rossi ci possono essere due sentinelle chiamate antigeni, la “A” e la “B” e nel plasma vi sono poi degli anticorpi  che possiamo definire  coma la fanteria di un esercito.
 

Quando il sangue di una persona viene a contatto con quello di un’altra, le sentinelle poste sui globuli rossi si scambiano la parola d’ordine. Se corrisponde, le due fanterie presenti nel plasma, gli anticorpi, se ne stanno in caserma. Se invece le sentinelle “A” e “B” si accorgono che la loro parola d’ordine non corrisponde, lanciano l’allarme e le fanterie si scontrano. Il sangue diventa simile al latte cagliato, cioè si agglutina.

 

 

I QUATTRO ESERCITI

 

La scoperta del dottor Landsteiner ha permesso di capire che vi sono diversi gruppi di sangue.

Anzitutto i gruppiA e “B”; poi quello che possiede entrambe le sentinelle, il gruppo “AB”. Queste hanno firmato la pace e quindi non hanno bisogno degli anticorpi, la loro fanteria d’attacco.

Chi è nel gruppo “AB”  può ricevere qualunque tipo di sangue. È un ricevente universale.

Ma esiste  anche un altro gruppo sanguigno: quello che non ha né “A”, né “B”. Se per caso la persona del gruppo “0 riceve del sangue di un altro gruppo, le sentinelle di quest’ultimo si accorgono di entrare in un territorio nemico. Suonano l’allarme per lanciare la loro fanteria alla carica. Quella di “0”, invece, se ne sta in caserma a riposare tranquilla, perché non ha nessuna sentinella che la possa avvisare. Viene così improvvisamente assalita e massacrata.
 
Invece se la persona del gruppo “0” dona il suo sangue ad un’altra non capita nulla perché quando il sangue “0” entra in un corpo diverso dal suo, non ha nessuna intenzione di conquista, come nel caso precedente, e le due fanterie si mescolano tranquillamente.
 
Ovviamente per evitare qualunque tipo di rischio è meglio fare le trasfusioni solo fra persone dello stesso gruppo sanguigno. Inoltre, gli antigeni “A” e “B” non sono presenti solo nei globuli rossi, ma un po’ in tutto il corpo. Questo significa che il trapianto di organi non è così semplice come possa sembrare. Poiché alcuni tessuti (reni, apparato digerente, urinario, ecc.) devono essere compatibili fra loro, altrimenti avviene il rigetto.
 

L’appartenenza a un gruppo sanguigno o a un altro viene fissata nel grembo materno entro le prime 12 settimane e rimarrà per tutta la vita.

Se la mamma trasmette il gene del gruppo “A” e il papà quello “0”, il bambino che nascerà sarà del gruppo “A”, perché “0” è più debole.
 
Con le analisi del sangue si può sapere con certezza se una persona non è figlia di uno dei suoi genitori.. Però non si può stabilire con certezza se lo è. Ad esempio, se il bambino fosse del gruppo “0”, colei che dice di essere sua mamma, mente, perché non è biologicamente possibile.
 

Invece un uomo del gruppo “A” può avere un figlio del gruppo “0”, poiché fra i genitori che compongono il suo patrimonio genetico vi può sempre essere uno “0”-non manifestato” ricevuto da suo padre. Basta che sposi una donna del gruppo”0” e può nascere un figlio con gruppo “0”.

 

 

IL CONIGLIO E LA SCIMMIA

 

Nonostante la formidabile scoperta dei gruppi sanguigni, le trasfusioni non hanno sempre dato risultati soddisfacenti.

Nel 1940 il dottor Landsteiner e il suo allievo Wiener, nel corso di un esperimento sulla possibilità di trasfusioni fra animali,  provano a iniettare del sangue di scimmia nei conigli. Dopo i primi insuccessi, scoprono che i globuli rossi del sangue della scimmia devono avere qualche cosa di particolare perché agglutinano immediatamente il sangue del coniglio.
 
Il sangue della scimmia, un macacus rhesus, dimostra di avere nei suoi globuli rossi una sostanza assente nel sangue del coniglio.
 

Riflettendo sulle trasfusioni avvenute tra i gruppi dello stesso tipo, ma andate male, il dottor Landsteiner pensa che forse anche gli uomini pur appartenenti allo stesso gruppo sanguigno, possono avere o non avere questa caratteristica presente nel sangue della scimmia.

Se è presente, si dirà che il sangue è positivo, se è assente, è negativo.

L’85% degli uomini èRhesus positivo (Rh +)   mentree il restante 15% è negativo (Rh -).

La scoperta del fattore Rhesus è di enorme importanza. Spiega come mai alcune trasfusioni siano andate male, e perché talvolta nascano dei bambini emolitici, i cui globuli rossi perdono l’emoglobina.
 

Nel parto, una madre Rh -  che ha avuto un figlio Rh + da un padre, ovviamente Rh +, può sviluppare una difesa di anticorpi antiRh +.

Nel successiva gravidanza gli anticorpi antiRh +, ormai presenti nel sangue della madre, passerebbero nel sangue del nuovo figlio, distruggendone i globuli rossi. Sapendo invece, in anticipo la situazione Rh del padre e della madre si può intervenire iniettando nella madre un siero che  elimina l’antigene che scatena la reazione difensiva.

 

 

 

IL SANGUE DEL MONDO

In Italia  il 44% della popolazione appartiene al gruppo “A”, l’11% a quello “B”, il 40% al gruppo “0” e il 5% a quello “AB”.

La trasmissione di questi caratteri è ereditaria.

Gli Italiani, i Tedeschi, gli Inglesi e i Francesi hanno una distribuzione dei gruppi assai simile. Mentre ben il 60% degli Ucraini appartiene al gruppo “A”, il 44% degli zingari è del gruppo “B”. Anche le popolazioni dell’India e della Manciuria sono per la maggior parte del gruppo “B”.

Invece fra le popolazioni più antiche, come i Maya, Eschimesi, Lapponi, Aborigeni australiani, Malesi e Pellerossa, il gruppo “0” raggiunge anche il 97% Segno di una “purezza” fisica che le altre popolazioni hanno perso nel corso dei secoli a causa degli adattamenti subiti col cambio di ambiente. Come per esempio fra le popolazioni di origine nomade: Zingari, Mongoli, Ungheresi, Indu, dove si ritrova il più basso tasso di gruppo “0”.

Per l’Rh, invece, il 99% degli asiatici e degli Africani sono Rh +, mentre il 60% dei Baschi della Spagna sono Rh -.

 

La circolazione del sangue

 

Per noi è ovvio e naturale che il sangue circoli dal cuore agli organi e dagli organi ritorni al cuore. Ma fino al 1623 non era affatto ovvio.

Galeno, un medico romano del II secolo dopo Cristo, era abituato ad osservare le ferite dei gladiatori. Questo gli permise di distinguere che nel corpo umano vi erano due tipi di sangue. Uno pulito e limpido ed un altro più vischioso e scuro. Per noi oggi questi  sono il sangue arterioso e quello venoso. Ma per lui non era possibile pensare che tutto partisse dal cuore e che fosse una vera e propria circolazione all’interno del corpo. Galeno formulò l’ipotesi della presenza dei due tipi di sangue. Un passo avanti notevole, se pensiamo che prima di lui il greco Ippocrate – uno dei primi grandi medici dell’umanità – credeva che le vene e le arterie contenessero aria.
 

Per secoli gli uomini hanno creduto che il flusso sanguigno fosse determinato dal fegato e che questi regolasse anche la formazione del sangue.

 

 

100 CHILOMETRICON 5 LITRI

Il sangue  che abbiamo in corpo è di circa 5 litri e impiega circa un minuto per compiere tutto il percorso cuore polmoni.

Tutte le vene e le arterie costituiscono il sistema circolatorio del sangue. Se si disponessero in fila, avremmo una strada lunga circa 100 chilometri.

La velocità del sangue nelle vene e nelle arterie scende man mano che queste diventano più piccole. Se conservasse la stessa velocità che ha all’inizio della sua corsa, appena lasciato il cuore, romperebbe le fragili pareti dei capillari. Nelle vene poi è due o tre volte più lenta che nelle arterie. Sai perché?

 

 

 

I CERVI DEL RE

 

Nel 1623 l’inglese William Harvey, medico personale del re Giacomo I, si accorge che i princìpi di Galeno, per quanto riconosciuti ovunque come immutabili, non sono fondati sulla realtà. Alle idee di Galeno, accettate ovunque e mai  messe in discussione, Harvey preferisce sostituire la sperimentazione, l’osservazione diretta e poi trarre le sue conclusioni.. Non bastava più credere a quello che avevano detto gli antichi, bisognava provare e dimostrare.

Nel 1629 pubblica le sue idee in un libricino, De motu cordis et sanguinis (Sul movimento del cuore e del sangue). Sa che possono provocare un vero terremoto nel mondo scientifico. Nella prefazione scrive: “Ciò che devo dirvi a proposito del sangue che circola, è così nuovo che ho paura di attirare su di me l’invidia di certuni e di vedere l’umanità intera rivoltarmisi contro”.
 
Per i suoi avversari lui è solo “un vivisezionatore di rane e serpenti.
 

Ma Harvey non cede e continua le sue ricerche. Per lui nel corpo umano esiste una doppia circolazione del sangue a circuito chiuso che  viene alimentata dal cuore.

Quando il cuore si contrae il sangue viene spinto  nell’arteria polmonare e nell’aorta. Quando si riposa, le arterie si dilatano.
 
Dietro alla scoperta di Harvey c’è il suo maestro, l’italiano Fabrizio d’Acquapendente che gli aveva insegnato come nelle pareti delle vene vi fossero delle valvole. Infatti solo la presenza delle valvole poteva assicurare la doppia circolazione indipendente del sangue.
 
Le loro contrazioni spingono il sangue verso il cuore che agisce in questo modo come una pompa aspirante. Mentre per le arterie funziona come una pompa irrorante.
 
Per i suoi primi esperimenti Harvey utilizza icervi del parco del castello reale di Windsor. Qui scopre che il sangue ritorna al cuore attraverso le vene. Ma gli manca ancora una prova. Deve dimostrare che vene ed arterie comunicano fra loro, altrimenti il sangue gira a vuoto e il sistema circolatorio serve a nulla. Deve esserci un punto di contatto che permetta lo scambio del sangue “sporco” con quello “pulito”.
 
I punti di contatto possono anche essere piccolissimi, ma ci devono essere. Studiando il fegato, capisce che questi punti si devono trovare nei tessuti, e devono essere porosi.
 
Ma sarà solo il medico Marcello Malpighi che confermerà questa ipotesi con la scoperta dei vasi capillari nei polmoni.
 
La teoria di Harvey vale ancora oggi. Solo che noi distinguiamo fra la piccola e la grande circolazione.
 
Lapiccola circolazione parte dal ventricolo destro del cuore e va verso le arterie polmonari, fino ai capillari. Qui il sangue viene purificato, caricato di ossigeno, e, attraverso le vene polmonari, ritorna nell’atrio sinistro del cuore.
 

La grande circolazione invece parte dal ventricolo sinistro e scende, attraverso l’aorta, fino ai capillari di tutti gli organi.

Dopo aver ceduto l’ossigeno, il sangue risale nelle vene fino all’atrio destro del cuore. Qui viene spinto nel ventricolo destro dove riprende il suo viaggio verso i polmoni.
 
La grande corsa del sangue può però trovare degli ostacoli. I vasi sanguigni possono ostruirsi e impedire la rapida circolazione del sangue. La cura migliore in questo caso è la prevenzione, poiché la causa principale dell’indurimento dei vasi e della loro ostruzione è causata dai depositi di grassi (che introduciamo con il cibo) e dall’ipertensione, fra l’altro , dallo stress.
 

Non per nulla le malattie cardiovascolari sono diffuse soprattutto nei Paesi più ricchi.

Per curare queste malattie bisogna spesso fare un’operazione chirurgica. Alcune volte si tratta di allargare i vasi sanguigni introducendo delle sonde con palloncino. Quando giunge nei pressi della zona ostruita, viene gonfiato e ingrandendosi riporta il diametro del vaso alle condizioni originarie.
 

Altre volte bisogna deviare il flusso del sangue con un ponte artificiale che scavalchi la via circolatoria ostruita, è il famoso by-pass.

 

 

LA PRESSIONE

 

Terminata una corsa o prima di un’interrogazione, o durante un’emozione molto forte, sentiamo che il sangue pulsa più velocemente.

È il sistema nervoso centrale che comanda ai vasi sanguigni di dilatarsi per lasciar passare più sangue, poiché le cellule hanno bisogno di più ossigeno e nutrimento per produrre più energia o favorire la concentrazione (ecco perché dopo uno studio intenso si prova la stessa fame che si ha dopo una gara sportiva).
 
Se l’ordine parte dal sistema nervoso centrale, ad attuarlo sono però i muscoli del corpo che “fanno pressione” sui vasi sanguigni favorendo od ostacolando l’afflusso del sangue pompato dal cuore.
 
Ma la pressione dipende certamente anche dal cuore e dalla pareti dei vasi. Se queste sono rigide ed ostruite hanno difficoltà a far passare  il sangue e quindi influenzano la pressione.
 
Infine dipende anche dalla densità del sangue. Un sangue molto denso, per esempio troppo grasso, provocherà un aumento ingiustificato della pressione.
 
La pressione varia in rapporto al battito del cuore. Durante la sistole raggiunge i 120-140 millimetri di mercurio e nella diastole scende a 70-80 millimetri. Un corpo sano ha una differenza fra la “minima” e la “massima” di circa 50-60 millimetri. Se lo scarto è troppo elevato vuol dire che c’è qualche cosa che non va, o nel cuore o nel sangue.
 

Se la differenza eccessiva risulta alla prima misurazione, è meglio farne un’altra dopo alcuni minuti. Infatti talvolta si può provare un po’ di emozione davanti al medico e questo contribuisce a far variare la pressione. Se nelle misurazioni seguenti la differenza scompare, l’allarme può tranquillamente rientrare.

 

 

GLI ANIMALI?

Anche gli animali hanno il sangue. Tutti. Assolutamente tutti. Anche se per qualcuno, come le meduse, il sangue  ricostituisce semplicemente l’ambiente in cui sono immersi. Ma anche il sangue delle meduse contiene già i globuli bianchi.

Per trovare i primi segni di globuli rossi, dobbiamo salire verso i primi vertebrati. I pesci hanno dei globuli rossi carichi di mioglobina, una sostanza capace di trasportare l’ossigeno alle profondità marine.

Per svolgere questo compito, i mammiferi, invece, utilizzano l’emoglobina; uomo compreso.

 

 

 

 

Le trasfusioni

 

 

DONAZIONE DEL SANGUE

In Italia abbiamo bisogno ogni anno di circa 700.000 litri di plasma. Se ne raccolgono 250.000. Quindi bisogna importare dall’estero circa 500.000 litri di plasma, specialmente dagli Stati Uniti. Ma spesso anche dai Paesi del Terzo Mondo, con tutti i rischi connessi legati alle scarse condizioni igieniche in cui il sangue è stato prelevato e in cui vivono quei donatori.

In Italia la legge vieta la donazione di sangue a pagamento. Chi si reca presso un’automoteca dell’AVIS lo fa volontariamente e gratuitamente, senza ricevere compenso alcuno. Il sangue prelevato prima di venire utilizzato negli ospedali passa sotto controlli severissimi.

Il donatore viene tempestivamente informato sulla condizione del suo sangue.

Se un donatore ha contratto l’epatite, ha assunto droghe o ha avuto comportamenti rischiosi per la salute, non può donare sangue. Per questo prima del prelievo volontario il donatore ha un colloquio con un medico, che per la sua professione è tenuto al segreto professionale su quanto il possibile donatore gli ha detto.

 

Trasportare il sangue da un uomo ad un altro, fare cioè una trasfusione, è una delle conquiste più grandi di questo secolo. Prima della scoperta dei gruppi sanguigni fatta da Landsteiner era pericolosissimo, tanto che nel 1678 in Europa le trasfusioni vennero addirittura proibite.
 

Nella prima guerra mondiale i dottori Jeanbraü scopre che mettendo del citrato di sodio nel sangue appena prelevato, si riesce a conservarlo e ad impedire la coagulazione. Grazie a questa scoperta il sangue potrà finalmente essere trasportato e immagazzinato.

 

 

ROSSI A DESTRA, BIANCHI A SINISTRA

 

Oggi solo in caso di emorragia acuta e nei lunghi interventi chirurgici si fa una trasfusione integrale del sangue. In genere il malato riceve solo globuli rossi o bianchi a seconda delle sue necessità.
 
Nei laboratori il sangue viene messo un buste di plastica e inserito in centrifughe, dove a una velocità di 2.000-2.500 giri al minuto è possibile separare i globuli rossi dai bianchi, il siero dalle piastrine.
 
I vari elementi del sangue possono poi essere conservati in frigorifero ad una temperatura di + 4 gradi per 35 giorni, ma anche per molti anni se vengono congelati a -85 gradi.
 
I globuli rossi vengono utilizzati specialmente quando il sangue ha bisogno di ossigeno; i globuli bianchi, per evitare le infezioni al corpo particolarmente indebolito, per esempio, dopo un trattamento chemioterapico in cui vengono distrutte le cellule cancerose, ma anche quelle sane. Mentre le piastrine sono usate per bloccare le emorragie anche durante le operazioni chirurgiche.
 
Ma contrariamente a quanto si possa pensare c’è più bisogno di plasma che di globuli rossi o bianchi. Infatti il plasma serve per curare gli stati di shock, i feriti e gli ustionati.
 
Congelato a -30 gradi, il plasma si può conservare per sei mesi. Se invece lo si liofilizza, può essere conservato fino a 5 anni a temperatura normale.
 
Ma il plasma è ricco di tante sostanze che oggi possono finalmente essere estratte e venire utilizzate per curare tante malattie.
Una di queste è l’albumina che permette di trattenere l’acqua nella circolazione del sangue e regolare la pressione.
 

Altre servono per cure specifiche dell’emofilia, del tetano e del vaiolo.

Oggi con le moderne tecnologie l’uomo è capace di produrre alcune parti del sangue in laboratorio, come certi prodotti artificiali che trasportano l’ossigeno nel sangue e sostituiscono così una delle funzioni dei globuli rossi.

Gli studiosi sono riusciti anche a trovare degli ormoni che stimolano la produzione dei globuli bianchi e rossi.
 

Molti altri stanno ricercando la possibilità di produrre sangue artificiale. Ma le difficoltà non mancano… Per esempio, come riuscire a produrre cellule capaci di memorizzare i virus, come fanno i globuli bianchi?

Questi ritrovati però non sono ancora in grado di sostituire pienamente tutte le funzioni del sangue.
 
Per questo, oggi, i laboratori sono in grado di produrre delle sostanze che sostituiscono solo alcuni elementi del sangue, ma non ancora tutto il sangue.
 

Le ricerche sono rivolte soprattutto verso il campo genetico. Si è già riusciti a far produrre l’emoglobina umana ai maiali, così come è già possibile produrre artificialmente alcuni tipi di anticorpi e l’albumina.

Ma la strada da fare resta ancora molta.

 


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Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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