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STRANE AVVENTURE AL MUSEO

È stato il genero imbranato nelle commedie acchiapparisate “Ti presento i miei” e “Mi presenti i tuoi?” accanto a Robert De Niro, e ha indossato i panni dell’intrepido detective nella versione cinematografica della serie tv “Starsky & Hutch”. Forse, però, Ben Stiller non pensava che un giorno avrebbe dovuto affrontare «scheletri» di dinosauri, vedersela con Attila in persona e chiacchierare con una statua.
E non una statua qualunque, ma quella del presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, interpretata dallo spumeggiante Robin Williams, che ha prestato anima e volto ad alcuni personaggi più amati della storia del cinema, dalla governante tuttofare “Mrs Doubtfire” al medico-clown dal cuore d’oro in “Patch Adams”.
Tutto questo accade, e molto altro ancora, nei lucidi saloni del Museo di storia naturale di New York, teatro del film “Una notte al museo”, diretto dal regista Shawn Levy.
Protagonista della pellicola è Larry Daley, quarantenne sensibile, «allergico» al lavoro e con la testa «imbottita» di sogni e di progetti che non decollano mai. Triste e depresso, Larry trascorre le proprie giornate a domandarsi perché - se è vero che la vita è paragonabile a un cestino di ciliegie mature - la sorte gli riservi soltanto i noccioli.
E anche se, scrutando i volti delle persone che gli passano accanto, ha la sensazione che tutti siano più felici e fortunati di lui, Larry è convinto che - prima o poi - il destino gli regalerà un’occasione per dimostrare il proprio valore e addentare finalmente un morso di felicità.
Quando, frugando nelle tasche davanti alle cassiera del supermercato, si rende conto che i suoi risparmi ammontano a una manciata scarsa di dollari, Larry capisce che è giunto il momento di smettere di fare lo schizzinoso e di cercarsi un lavoro. Lo trova, come guardiano notturno, al Museo di storia naturale di New York, che custodisce reperti e testimonianze di millenni di storia.
Vestito di tutto punto, con una torcia elettrica nella mano destra e una copia ormai logora del “Manuale del perfetto custode” nella sinistra, quando anche gli ultimi visitatori abbandonano le imponenti sale del museo, Larry inizia il proprio turno di lavoro. Avvolto dal silenzio e dalla penombra, Larry prova disagio a passeggiare tra scheletri di dinosauro e belve imbalsamate che sembrano attendere il momento giusto per aggredirlo e statue di cera e di marmo che paiono osservarlo con un misto di scherno e di curiosità.
All’improvviso, un boato infrange la quiete: un tirannosauro e Attila, il leggendario re degli Unni, abbandonano gli espositori e irrompono nelle sale, seminando distruzione e caos tra i corridoi. Al loro passaggio, un branco di scimmie e Cristoforo Colombo, leoni e uomini di Neanderthal, cow-boy, gladiatori romani e faraoni prendono vita, invadendo le sale e dando origine a un pandemonio indescrivibile.
In preda al panico, Larry suda freddo e non sa quale santo invocare per ristabilire la calma. La situazione si aggrava di minuto in minuto: se i dinosauri e le fiere raggiungeranno l’uscita, si riverseranno in città e causeranno una carneficina; se si «accontenteranno» di divorare Larry o di aggredirsi a vicenda, la situazione sarà ugualmente drammatica.
Grazie all’aiuto tempestivo e provvidenziale della statua del presidente Theodore Roosevelt, viene ristabilita la calma. Ma si tratta di una tregua, non di una vittoria. Affiancato dal figlioletto Nick e dal geniale Roosevelt, Larry si sforza di mettere da parte i propri timori e si prepara a liberare per sempre il museo dal minaccioso incantesimo.

Se le statue ci guardano
«Alla base di Una notte al museo - afferma il regista Shawn Levy - ci sono le emozioni che ho provato da ragazzo osservando statue o animali imbalsamati. Ero convinto che mi spiassero, che rimanessero immobili quando li guardavo ma che potessero muoversi liberamente quando erano soli». Le riprese esterne sono state girate presso il Museo di scienze naturali di New York, mentre i saloni interni sono stati ricostruiti nei teatri di posa per non danneggiare gli inestimabili reperti esposti.
La parte del leone la fanno gli effetti speciali, realizzati da esperti del computer che - come avvenne tredici anni fa in occasione di Jurassic Park - sono riusciti a «riesumare» dalla notte dei tempi tirannosauri e brontosauri per farli vivere e agire nel presente. «Una delle scene più divertenti e difficili da realizzare - continua il regista - è quella in cui un dinosauro, correndo a perdifiato, inciampa improvvisamente nella propria coda e finisce rovinosamente con il muso a terra. Ci è costata settimane di lavoro, ma chi andrà a vedere il film si renderà conto che ne è valsa la pena».
«Mi sono divertito un sacco a interpretare Larry - confida Ben Stiller - perché nasconde la propria sensibilità dietro un comportamento apparentemente svagato, rincorrendo con la mente i progetti più strani senza concretizzarne nessuno. L’unica molla che lo spinge a cercare un lavoro è lo spettro della povertà e il terrore di perdere la stima del figlio, ma ben presto si rende conto che quella che gli sembra la professione più mortalmente noiosa del pianeta e in realtà la straordinaria avventura che ha sempre sognato di vivere».
Ad aiutare Larry a districarsi all’interno dell’intricata matassa dei misteri del museo, l’inossidabile Robin Williams con baffoni «presidenziali». «Sono onorato di aver contribuito a riportare in vita il presidente Roosevelt - scherza Williams - e amo questo genere di pellicole, che rappresentano uno sfizioso mix in bilico tra favola, thriller e avventura. La dote che ho amato di più nel mio personaggio è il suo ottimismo, la convinzione che a tutto c’è rimedio. Roosevelt aiuta Larry ad avere fiducia in se stesso. È come se gli ripetesse in continuazione: ‘Impegnati: se riuscirai a rimettere ordine in questo museo, immagina quali altri miracoli sarai in grado di compiere’. Gli insegna a non scappare dalla vita e ad affrontare ogni prova per diventare migliore e più forte». Una lezione che - forse - non sarà utile solo a Larry.
CARLO TAGLIANI
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©AGOSTINO LONGO
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